22 mag 2022

Solitario - Equipaggiamento individuale di sicurezza

In solitario (in particolare se lungo, oltre due giorni) ci sono rischi specifici.
Per l'equipaggiamento individuale di sicurezza, ho largamente attinto ai consigli dati dai piloti della "24F", la pattuglia aeronavale francese basata a Lorient che si occupa del soccorso in alto mare (loro vanno con l'aereo, quindi non intervento diretto).
Qui uno di loro durante un mini-seminario (riguardando l'immagine del suo schermo, stava descrivendo la zona "vuota" che esiste in mezzo all'Atlantico nella quale gli interventi dei mezzi aerei non sono possibili perché al di là delle autonomie dei mezzi di soccorso, quindi si possono solo appoggiare sulle navi)



Prima cosa, trasformarsi in una specie di S.Bernardo e essere sicuri di avere sempre con sé il materiale. Saccoccia fatta in casa che porto sempre al collo, 24/24: fuori c'è una luce automatica (si intravvede attaccata alla cinghia), dentro la saccoccia tengo il PLB (radioboa satellitare di emergenza individuale, grossa come due scatole di fiammiferi all'incirca), una minitorcia potente, un sacchetto di fluoresceina, un fischietto, uno specchio/eliografo. C'è posto anche per un segnale giorno/notte (misto fumogeno/lampo) ma in Francia non ne ho trovati e comperarli altrove con il trasporto speciale sono cifre improponibili.


Questa è la versione successiva: ho aggiunto una taschina esterna dove tenere il timer da cucina per la sveglia, più un elastico per i guanti in neoprene.



Materiale di emergenza più generico l'ho messo in un bidone (con il suo vestitino riflettente), attaccato con due cinghie alla colonnina del timone. Uno dei rischi in solitario è che -nonostante allarmi e tutto- ci sia collisione con un'unità molto più grande e che si debba abbandonare immediatamente la barca, senza neanche tempo di attivare l'autogonfiabile. 
Dato che dormo in pozzetto, buttarsi in acqua abbracciando il bidone sembra un'opzione fattibile. Con il bidone riesco ad agganciarmi e stare a galla anche senza salvagente. 



Nei passaggi più lunghi (e con più persone) i bidoni sono due, un secondo con materiale addizionale per coprire il rischio di una permanenza più lunga. 



In altura lunga, oltre il paio di giorni, per me non è fattibile restare 24/24 con il salvagente, quindi uso -oltre alla saccoccia- solo una cintura di sicurezza fatta su misura, se fatta bene non ci si accorge neanche di averla addosso.
In costiero porto sempre il salvagente (+cintura di sicurezza integrata). Nessun bidone ma solo la saccoccetta addosso (che ogni tanto fà sorridere quando entro in porto, mais bon...).
Il problema principale è per esempio in approccio finale quando si ammainano vele, parabordi, cime ormeggio eccetera è tutto un muoversi ovunque sulla barca che è incompatibile con il tenersi legati con la cintura di sicurezza (almeno per me) quindi serve un mezzo per richiamare attenzione se si casca in acqua magari a un paio di miglia dal porto e la barca continua dritta per i fatti suoi con il pilota: per questo tengo agganciata la radio portatile VHF DSC, mezzo tecnico potenzialmente molto più rapido del plb per richiedere assistenza a distanza ridotta.




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