29 apr 2009

Libri, dilemmi dilemmi

Ogni tanto penso a quali libri portarmi dietro. O meglio mi assale il terrore che dovro' alla fine decidere quali.


Essenzialmente letteratura, cifra per cifra ho deciso di portarmene al massimo dieci.

Numerizzarli neanche a parlarne, metto mezz'ora a numerizzare una foto tutta storta figuriamoci le duecento pagine di un libro. Per poi leggere sullo schermo ? Loro, gli autori che mi sono stati vicini giorno e notte per venti trenta anni, i cui libri la mattina al risveglio mi lasciavano il segno del dorso inciso di sbieco nella fronte ? Ma soprattutto che hanno resistito alla critica sorniona di mia madre "possibile che tu legga solo autori che o si sono suicidati, o sono stati rinchiusi in manicomio, oppure morti alcolizzati o drogati ?"

Passo e ripasso davanti alle file di libri a casa, pur volendo essere severissimo e restrittivissimo nella scelta me ne ritrovo sempre con almeno un buon centinaio nelle braccia.

Poi in fondo ho posto per solo otto libri aggiuntivi: i primi due posti sono presi da "Under the volcano" di Malcolm Lowry e dalla Pléiade di Rimbaud, inamovibili.
Scegliere per scegliere, prendere un'altra discriminante, non l'interesse per il singolo libro ma l'attinenza geografica ?

Fra quelli trovati:
Miguel Torga, "Portugal": ci mette anche le isole Berlengas, le praticamente uniche isolette-scoglio della costa portoghese, come scrivere un romanzo con protagonista una delle strisce di un passaggio pedonale;
avevo poi trovato una guidina carina di Lisboa, fra la mole di inediti di Pessoa, "Lisboa o que o turista deve ver", buffo penso sia una prima edizione in portoghese di un testo che originariamente aveva scritto in inglese ma mai pubblicato (credo?). E' una guida guida, proprio come le guide. Altre cose di Pessoa non mi sento, la vita puo' ancora avere qualche tinta rosacea.
E anche se non c'entra un granché Empresas y tribulaciones de Maqroll el Gaviero, di Mutis, (consigliato da Giorgio detto seu Jorge, grande appassionato di linguistica, ciclismo ma soprattutto donne), leggiucchiato qua e là, che sia il momento di attaccare il volume?
Novelas do Minho, di Camilo Castelo Branco, boh non mi ha lasciato un ricordo eccezionale, anzi non me n'ha lasciato proprio nessuno.

Luis Cernuda, andaluso, bello, si' proprio dei bei pezzi, da Jardin Antiguo:
"sentir otra vez, como entonces,
la espina aguda del deseo,
mientras la juventud pasada
vuelve. Sueño de un dios sin tiempo"

che a occhio potrebbe essere
"risentire oggi, come allora,
l'acuta spina del desiderio
mentre la giovinezza lontana
torna. Sogno di un dio senza tempo"

ok Cernuda approvato.

Camões, Os Lusiadas, o i diari di Cristoforo Colombo, il Roteiro da primeira viagem de Vasco de Gama, la Relazione di Pigafetta?
No per ora lascio da parte i resoconti originali et similia senno' mi ci vuole un rimorchio. La tentazione è pero' fortissima.



Le "Greguerias" di Ramon Gomez de la Serna: "Le lacrime versate quando le navi salpano sono più salate delle altre". Eh, quasi quasi. Come aforismi, frasi da gustarsi una per una, tipo "toh leggiamoci un paio di greguerias anche stasera".



"A saudade e o saudosismo", Teixeira de Pascoaes, un'idea dell'anima portoghese... boh, troppo "saggio", malloppone da sentina, scartato.



Ah, non c'entra nulla, ma "Instalacions nautico deportivas", scritto dalla Xunta de Galicia l'Autorità locale, lo si trova da scaricare gratis nel loro sito, descrizione della costa, strutture dei porti, breve descrizioncina di cosa c'è da vedere vicino a ogni porto, eccetera. Perché abbiano deciso di fare un documento cosi' carino significa o che ci sono davvero pochi visitatori (chissà se fanno l'equivalente per le Cinque Terre, o per la Costa Azzurra), oppure che è proprio tutto brutto e non riescono a farci andare nessuno, vedremo.



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