Uno dei partecipanti ha appena disalberato, dopo è affondato al largo della Nuova Zelanda, il SAR NZL ha mandato varie volte un aereo, un cargo sta andando a recuperarlo.
Ha attivato l'epirb, ogni tanto contatta via telefono satellitare l'MRCC francese.
Barca Maracuja 39 (negli articoli dicono acciaio ma è alluminio), ne stavo comprando una identica.
''Maritime NZ's Rescue Coordination Centre NZ is coordinating the rescue of a French yacht, No Comments, in distress, 750 nautical miles SE of the Chatham Islands. The 11 metre, steel-hulled yacht capsized last night and righted itself but has been dis-masted, taken on a lot of water and suffered, as yet unknown, equipment loss and damage.
The lone yachtie on board activated his EPIRB distress beacon - the signal was received at RCCNZ at 6pm last night. He has also had intermittent satellite phone contact with the French Maritime Rescue Coordination Centre at Cap Gris-Nez, who are working closely with RCCNZ.
He is on single-handed circumnavigation of the globe from France to France, and is believed to be well-equipped and an experienced sailor.
RCCNZ has tasked an RNZAF P3 Orion, which will be over the yacht shortly. It can drop a life-saving package including life-raft, food and water, a radio and other emergency supplies if needed. Importantly, it will provide information to RCCNZ about damage to the yacht and any injuries to the seaman.
"update 3: Information from the French Maritime Rescue Coordination Centre is that the yacht No comments is sinking, or may have sunk, and the man onboard has abandoned ship into his life-raft. RCCNZ is tracking his position from his EPIRB distress beacon and he has intermittent satellite phone contact with MRCC. An RNZAF C130 Hercules is on its way and should arrive within two hours. It can drop emergency supplies to him but cannot pick him up. The tanker, Lindanger, is continuing to sail towards him."
foto dall'aereo, prima che affondasse
2 marzo.
Aggiornamento scritto dallo skipper a bordo del Cargo che lo ha salvato e lo sta portando a Punta Arenas (libera traduzione e adattamento):
IL 24 febbraio, dopo oltre 20 ore di tempesta, la barca a secco di vele si è capovolta, l'acqua ha cominciato a entrare dentro. Cinque minuti dopo si è raddrizzata, mi sono trovato dentro con l'acqua alla cintura e un sacco di materiale che galleggiava dappertutto, un gran dolore alla schiena.
In coperta, l'albero non c'era più, il catafalco di poppa sradicato, la zattera di salvataggio ancora al suo posto.
Mi sono messo la tuta da sopravvivenza e ho attivato l'epirb. Ho passato la notte accovacciato sul sedile del carteggio, unico posto asciutto dove potessi sedermi.
La mattina del 25 un aereo SAR della Nuova Zelanda mi ha sorvolato, avvisandomi con il vhf che un cargo era stato diretto verso la mia posizione e sarebbe arrivato in una quarantina di ore.
Condizioini meteo migliori, ho potuto liberarmi del boma e dell'albero che stava sbattendo contro lo scafo.
A inizio pomeriggio mi sono reso conto che il livello dell'acqua stava salendo, ho deciso di abbandonare la barca, ho avvisato con il telefono satellitare il mio contatto a terra in modo che informasse il SAR.
Sono salito sulla zattera imbarcando quante più cose potessi, dopo un ultimo sguardo ho tagliato la cima di collegamento con la barca.
In serata, un aereo SAR della NZL mi ha sorvolato nuovamente avvisandomi che la nave sarebbe arrivata il pomeriggio successivo, poi mi hanno lanciato un vhf, del cibo e dei vestiti tutto troppo lontano per riuscire a prenderli tranne i vestiti, dei pantaloni e dei guanti imbottiti.
La mia zattera è una 6 posti, ho davvero difficoltà a immaginare come sei persone ci possano entrare.
La notte è stato difficile trovare una posizione per dormire (dettaglio sordido ma non mi sono mai tolto la tuta, facendo pipì dentro).
Accendevo e spegnevo l'epirb a intervalli più o meno regolari. C'erano circa 3-4m d'onda ma la zattera non si è mai ribaltata.
Il 26 mattina ero tutto anchilosato ma ero riuscito a mangiare più volte durante la notte quando sentivo maggiormente gli effetti del freddo.
Fuori nebbia con meno di 100m di visibilità, ogni tanto accendevo il VHF DSC per inviare un punto GPS preciso. A un certo punto ha risposto il capitano dicendo di essere a 3 miglia dalla mia posizione ma di non riuscire a vedermi a causa della nebbia. A quel punto ho avuto l'idea di mettere la copertura di sopravvivenza sul canopo della zattera, la nave è così riuscita a individuarmi con il radar.