26 dic 2011

VID - Arrivo a Salvador

L'arrivo a Salvador, dopo 17 giorni di navigazione (per riscaldarsi un po' in questa fine anno)




23 dic 2011

Regalini di Natale

Due filmetti al limite fra scienza e poesia.
Il primo sono successioni di immagini della temperatura dell'acqua del mare, di come varia durante il giorno, "il respiro dell'oceano"


Breath of the Ocean par MERCATOR_OCEAN


Il secondo sono le variazioni di salinità nella costa NE dell'America del Sud, le pulsazioni del fiume più potente del mondo.


Amazon freshens up the waters par MERCATOR_OCEAN



E tanti auguri di buone feste a tutti.

19 dic 2011

Le stazioni radio del Solent in diretta

Sembra di essere in mezzo a Place de la Concorde dal traffico che c'è


http://www.ship-tracking.co.uk/Radio/flash.html



17 dic 2011

seguito tempesta Bretagna

et voilà, un cargo spiaggiato vicino a Etel dalla tempesta "Joachim" (vedi messaggio sotto). Uscito dalla rada di Lorient, una volta fuori ha cercato di rimanere ridossato dall'isola di Groix ma ha cominciato a scadere, scadere...

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15 dic 2011

Meglio non essere in Bretagna



Tempestone di stanotte.




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9 dic 2011

VID - Da Agadir a Graciosa (Canarias)




8 dic 2011

VID - Ancoraggio verso Isla Culatra

In Portogallo dentro la laguna di Faro




4 dic 2011

VID - Dipanare i nodi

Pettinatura mattutina


3 dic 2011

VID - Sempre timone a vento




2 dic 2011

Quiz carta nautica

Un ripassino -.;)

A cosa corrispondono i simboli della figura ?

E in particolare:
Nel numero 0 (prima figura in alto), cos'è 160 ?
Ci si puo' ormeggiare accanto al 4 ?
Nel numero 6, che differenza c'è fra quello sopra e quello sotto ?
Nel numero 9, quali sono le portate per i vari colori ?
Nel numero 10, se arrivo da est dove posso passare ?




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Le risposte fra un po'




Per chi ha fretta, qui si puo' scaricare (tutto ufficiale) la pubblicazione dello SHOM francese sui simboli delle carte nautiche (equivalente della Carta 1111 dell'IIMM)

http://www.shom.fr/fr_page/fr_prod_ouvrage/og_num/1D_4.001_28112006.pdf


e qui l'equivalente US

http://msi.nga.mil/MSISiteContent/StaticFiles/NAV_PUBS/Chart1/chart1.zip


1 dic 2011

VID - Banque Populaire "incrocia" un barchino

Banque Populaire, il maxi maxi tri che sta cercando di battere il record del giro intorno al mondo, nel mezzo dell'oceano passa vicino a un catamarano.
Il tri fa 30-35 nodi, passa come una moto al semaforo.






30 nov 2011

Uomo a mare: Mayday o Pan Pan ?

Ogni tanto si legge che in caso di uomo a mare, la comunicazione da effettuare via radio sia una comunicazione di urgenza, un "Pan Pan"; altre volte invece si pensa al Mayday.


Per definizione, una comunicazione di soccorso (Mayday) deve essere effettuata quando esiste: "un pericolo grave e imminente per le persone o per la barca e viene richiesta un’assistenza immediata".
Sempre per definizione, una comunicazione di urgenza (Pan Pan) deve essere effettuata quando esiste: una preoccupazione per la sicurezza di un’imbarcazione o di una persona, a bordo o nelle vicinanze, senza che vi sia un pericolo grave e imminente.

Tante altre interpretazioni fantasiose che ogni tanto si sentono "mayday per pericolo di barca, pan pan per pericolo di uomo", o "mayday se c'è pericolo di morte, panpan se non c'è pericolo di morte", eccetera non hanno nessuna origine nelle definizioni ufficiali dei due tipi di comunicazione.

Quindi con un uomo a mare cosa si fa ?
Le differenze principali fra le due comunicazioni sono essenzialmente due: da un lato l'esistenza o meno di un "pericolo grave e imminente a persone o barca", dall'altro la "necessità di assistenza immediata", che nel Pan Pan non c'è.
L'esistenza di tali fattori determina il tipo di chiamata da effettuare.
Se uno cade in mare con mare piatto, barca che va piano piano a motore, acqua a 27°, da una barca piena di gagliardi giovanotti tutti bravissimi e che in due minuti sono già li' vicino, beh il pessaggio sarebbe un panpan, ma molto probabilmente in pratica non sarebbe neanche utilizzato. Manca il pericolo grave e imminente, manca la necessità di assistenza immediata, ci si potrebbe ravvisare la "preoccupazione per la sicurezza di una persona" ma probabilmente a bordo non si è preoccupato nessuno.
In generale pero' la caduta accidentale è potenzialmente molto più grave. Non so i dati esatti ma la caduta fuoribordo deve essere fra le cause di mortalità più elevate nella navigazione: basta per dire che c'è un "pericolo grave e imminente" ? Personalmente direi proprio di si'. Basta provare una volta a togliere dall'acqua una persona totalmente vestita cadutaci dentro per toccare con mano quanto sia difficile, nonostante tutti i disegnini fatti nei manuali.
Anche se lo skipper puo’ ritenersi capace di recuperare la persona in acqua, l’esperienza mostra che spesso le cose non si svolgono con la rapidità sperata e che ulteriori risorse esterne (per esempio un’imbarcazione di soccorso) possono essere determinanti per salvare la vita di persone che altrimenti rischiano di soffrire di ipotermia, di sfinimento o addirittura di scompensi cardiaci (una buona parte dei decessi successivi ad una caduta fuoribordo avvengono per arresto cardiaco ancora prima dell’annegamento).
Nella grande maggioranza dei casi sussistono quindi ambedue i requisiti: pericolo grave e imminente, e necessità di soccorso immediato, il messaggio è inequivocabilmente un mayday.

Paura delle "multe", o che la cavalleria dei soccorsi si arrabbi ?
In caso di recupero della persona caduta fuoribordo da parte dello stesso equipaggio magari dopo due minuti, sarà sempre possibile effettuare una seconda trasmissione radio annullando la richiesta di soccorso: "Cancel Mayday".
Tutto fatto secondo le regole.
L’orientamento prevalente delle Autorità preposte al soccorso è di preferire dover rientrare in porto a causa dell’annullamento di una missione grazie all’avvenuto recupero della persona fuoribordo, piuttosto che arrivare sul luogo in ritardo e dover far fronte a possibili evoluzioni disastrose dell’incidente (nel qual caso lo skipper avrebbe il suo daffare a spiegare che non c'era un pericolo grave e imminente...).

Altro indice: si è oltre portata VHF dalla costa, uomo a mare, c'è onda, non lo si vede più ma si sa che è nei dintorni, si lancia e rilancia un Mayday con il VHF ma nessuno risponde.
Si attiva l'epirb (l'epirb è equivalente a un Mayday) oppure no ?


Infine, basta andare a vedere dove l'IMO (l'organizzazione marittima internazionale) inserisce il "Man Overboard" nelle specifiche delle radio: proprio sotto Distress - Mayday


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24 nov 2011

Bollettino invernale Atlantico Nord

Un bollettino UK Met dell'Atlantico nord, mese di novembre (oggi)

Stato del mare "Phenomenal", Tempestoso, il grado più alto della scala, significa altezza significativa delle onde superiore a 14m.
Prendendo per esempio un'altezza significativa di 15m, l'altezza media delle dieci onde più alte sarebbe attorno a 19m, e una onda ogni 80 dovrebbe arrivare a 24m.


Hebrides

Gale warnings - Issued: 2149 UTC Wed 23 Nov
Southerly severe gale force 9 expected soon, increasing violent storm force 11 later
Shipping Forecast - Issued: 0505 UTC Thu 24 Nov
Wind - Southwesterly gale 8 to storm 10, occasionally violent storm 11, perhaps hurricane force 12 later in northwest.
Sea State - High becoming very high, occasionally phenomenal later in north.
Weather - Rain or squally showers.
Visibility - Good, occasionally poor.

Bailey
Gale warnings - Issued: 1545 UTC Wed 23 Nov
Gale force 8 backing southeasterly soon, veering southwesterly and increasing hurricane force 12 later
Shipping Forecast - Issued: 0505 UTC Thu 24 Nov
Wind - South 6 to gale 8, becoming cyclonic storm 10 to hurricane force 12.
Sea State - High or very high, occasionally phenomenal in east.
Weather - Rain or squally showers.
Visibility - Good, occasionally poor.


22 nov 2011

Carta gnomonica

Fra le nuove carte prese, c'è anche una carta gnomonica, quelle disegnate con la proiezione adatta per tracciarci le rotte ortodromiche.
A guardarla fa buffo, sembra di essere strabici, i continenti sembrano fare il girotondo.

Abituati alle carte in proiezione di Mercatore, uno qui vedrebbe la Florida alla latitudine del Regno Unito, con Terranova a mezza strada, Cuba a quella della Spagna...

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16 nov 2011

VID - Esplosione di gas

Un video fatto da YBW: fuga di gas (bue bottigline da 450g solo), esplosione radiocomandata

http://www.ybw.com/





15 nov 2011

Un eroe !

Ah, finalmente qualcuno con un po' di senso dell'humour: brillantissimo!



"Parte a fare il giro del mondo per distogliere l'attenzione del grande pubblico dai problemi fondamentali di oggi"

http://www.theonion.com/articles/man-to-sail-around-world-to-decrease-awareness-of,26640/


Un altro sistema di posizionamento

Qui dovrebbe apparire la traccia da quando abbiamo cominciato a inviare posizioni in Spagna, quindi quasi tutto il 2010.
Cliccando su "Show Log Entries" in basso appaiono i mini messaggini inviati con le posizioni.

http://shiptrak.org/?callsign=M0ITA&filter=0




14 nov 2011

Video: Smeeton, Guzzwell, lo Tzu Hang

Video degli anni '50 del passaggio nai 40°S da parte dello Tzu Hang degli Smeeton, con John Guzzwell che si fa trainare dal dinghy per fare qualche ripresa


http://www.itnsource.com/shotlist/BHC_ITN/1967/03/08/X08036702/ 


...tallowing the sheets... si vede che ricopre le scotte di sego, per tenerle morbide presumo


10 nov 2011

Sempre onde: pays Basque


dal sito http://www.waves06.com/article-24014608.html

L'onda "Belharra", la collina verde in basco







VID - Onda lunga in Portogallo

A Nazarè, quando si dice l'onda lunga che arriva sottocosta






questa è la conformazione del fondale, si vede un canyon sottomarino che arriva proprio vicino all'entrata dle porto



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3 nov 2011

Sifone

Un aggeggio per travasare l'acqua o il gasolio, copiato da quello che vendono al salone nautico.

Servono questi pezzi, sono raccordi da idraulica a 1 euro al pezzo; la cosa più difficile è rapinare la bilia dalle figlie, anche se ne hanno duemila se ne manca una se ne accorgono subito. Il pezzetto di legno è uno stuzzicadente.

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I pezzi si avvitano cosi' come sono messi, dopo aver messo del nastro di teflon suil filetto: prima la pallina fra i due raccordi che le stanno a destra e sinistra, poi ci si appoggia sopra il pezzetto di stuzzicadente


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e ci si avvita l'altro pezzo con il tubo di rame lungo.

Da sopra quindi si vede questo:
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La bilia quindi è libera di muoversi nello spazio interno ai tre raccordi: quando è in contatto con quello a sinistra lo tappa, quando è in contatto con quello di destra invece lascia passare il liquido. 
Volendo si puo' mettere un riduttore se si vuole usare un tubo più sottile 
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Poi si attacca un tubo di plastica di 1.5-2m a quello di rame:
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Si infilano i raccordi nella tanica da travasare, tenendoli con il tubo, si fa un po' su e giù con il tubo per riempirlo (la bilia fa in modo che il tubo si possa solo riempire in un senso), quando il liquido dentro al tubo passa sotto al livello della tanica madre comincia a defluire tutto verso il recipiente da riempire.


Degno erede dello zio Elmo.

31 ott 2011

Ancora colonna sonora







26 ott 2011

Controllore protezione galvanica fai da te

O come controllare con qualche decimo di euro (decimo, non decina) se gli zinchi messi in barca funzionano davvero oppure no.
L'amico Negofol ha redatto un articolo interessante su come farsi da sé un controllore di protezione galvanica, il testo originale è qui:
http://www.plaisance-pratique.com/mesures-de-controle-en-protection


Ho provato a fare lo stesso, ecco la descrizione.
Brevemente, quando due metalli diversi sono immersi in una soluzione conduttrice (tipo acqua di mare) fra di essi si sviluppa una corrente elettrica dal metallo più elettronegativo verso quello più elettropositivo.
Per proteggere i metalli immersi della barca usiamo tutti degli anodi, generalmente in zinco per le barche di plastica.
Il principio è semplice: per proteggere il metallo immerso elettronegativo, lo collego elettricamente ad un altro metallo ancora più elettronegativo, che quindi si "consuma" al suo posto. Meglio che scompaia poco a poco un anodo di zinco che non una pala dell'elica per esempio.
Il principio del controllo consiste proprio nel determinare il grado di elettronegatività esistente fra i nostri metalli immersi.
Per fare cio' è necessario un comune voltmetro con una scala che arrivi a indicare i millivolt: i multimetri digitali in genere vanno benissimo, il mio ha una scala da 0 a 2volt e funziona bene.
Uno dei due cavetti del tester dovrà andare a toccare i vari pezzi metallici immersi, l'altro cavetto dovrà essere collegato ad un elettrodo di riferimento anch'esso immerso.
Il potenziale elettrochimico standard dei metalli viene misurato rispetto ad un elettrodo a idrogeno, nell'acqua di mare viene usato generalmente un elettrodo Ag/AgCl (argento-cloruro di argento), che ha un potenziale di + 0.22249 volt rispetto a quello a idrogeno. Tali elettrodi si possono comperare dai venditori di strumenti di misura, costano dai 30-40 euro fino a qualche centinaio a seconda della durata dello stesso.


Ma elettrodi Ag/AgCl sono anche per esempio quelli usati in medicina per elettrocardiogrammi, eccetera; proprio quelli con un lato adesivo per la pelle e dall'altro un contatto per il filo che va allo strumento.
Costano pochissimo (3-4-5 euro per qualche decina di pezzi) proprio perché possono essere utilizzati per un periodo di tempo breve (dopo la placcatura metallica se ne va), e con qualche precauzione possono essere utilizzati per misurare il potenziale dei metalli immersi della barca.



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La misura deve essere effettuata tramite il voltmetro messo in una scala che arrivi ai millivolt:  la sonda nera del voltmetro deve essere messa in contatto con l'elettrodo immerso nell'acqua, mentre la sonda rossa viene utilizzata per  "toccare" i vari metalli nella barca.
In pratica, visto che i due cavetti delle sonde del voltmetro sono corti, bisognerà dotarsi di prolunghe di filo elettrico di vari metri. Da un lato l'elettrodo deve essere calato in acqua (1/3 del pescaggio sembra un valore corretto), il filo deve risalire in barca fino al terminale nero, dall'altro lato del tester la punta rossa/positiva deve essere in grado di arrivare dentro la barca fino all'asse dell'elica, il supporto dell'albero elica, la chiglia, ecc e quant'altro si voglia controllare. Fate i conti di quanti metri di filo di rame vi ci vogliano; la sezione basta sia 0.5-1mm2.


Come preparare l'elettrodo.
E' fondamentale che la parte che sia in contatto con l'acqua di mare sia esclusivamente l'elettrodo, il collegamento fra elettrodo e filo di rame, nonché il filo di rame stesso devono essere stagni.
Questo è un elettrodo staccato visto dalla parte adesiva. Il pispolino metallico è il sensore che si utilizza; esso è in genere coperto da un gel, lo si puo' togliere o anche lasciare li' (io l'ho lasciato li', fatto qualche misura, poi ho tolto il gel e le misure erano identiche).


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In un primo momento ho seguito più o meno il metodo dell'articolo di Negofol: ho preso un coperchio di scatola di fragole e ci ho fatto un buco di diametro uguale a quello del pispolino.

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Poi ci ho attaccato sopra l'elettrodo, in modo che il pispolino cadesse proprio sopra al buco:


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Poi bisogna effettuare il collegamento con il filo elettrico che andrà fino al tester, ne ho presi 3m dovrebbero bastare


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In seguito si sigilla il collegamento:


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poi si protegge ancora il tutto con del nastro adesivo che copra tutta la parte spugnosa dell'elettrodo, insistendo bene sul punto dove il filo "entra" dentro al sigillante

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girando il pezzo di plastica dall'altro lato quindi apparirà cosi', non so se si vede ma il pispolino è proprio sul buco del pezzo di plastica:

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A questo punto si puo' zavorrare il pezzo di plastica con un sasso o qualsiasi altra cosa e calare il tutto in acqua.

Metodo numero due per fare l'elettrodo.
Ho provato a fare in modo più rapido, prendendo una striscia di nastro isolante e facendoci il solito buco di diametro uguale al pispolino, attaccandoci poi sopra l'elettrodo al posto giusto:

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dall'altro lato quindi si vede questo; il bianco che appare nel buco è il pispolino.



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Poi si ripiega tutto il nastro isolante attorno all'elettrodo e si chiude il tutto, anche qui insistendo sul punto dove il filo entra dentro.

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Cosi' galleggia quindi anche qui bisognerà zavorrare con qualcosa per mandarlo a fondo.

Essendo lontano dalla barca, ho fatto qualche prova a casa.
Per imitare l'acqua di mare, un litro di acqua di rubinetto e 5 cucchiaini di sale, sono circa 7g l'uno quindi si raggiunge all'ingrosso la salinità dell'acqua marina.
Da un lato l'elettrodo collegato tramite il suo filo al terminale COM, nero del tester, dall'altro ho immerso alcuni pezzi in vari metalli: toccandoli con il terminale rosso del tester si leggono i millivolt di differenza di potenziale.

Qui c'è solo l'elettrodo immerso:Photobucket


Per primo un pezzo di tubo in lega leggera, non si vede bene perché purtroppo ho solo due mani ma con una mano tenevo la sonda rossa a contatto con il tubo di alluminio immerso in acqua: lettura del potenziale -770mV
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Coltello in ferraccio, un acciaio assolutamente non inox, arrugginisce talmente in fretta che sott'acqua non lo si troverebbe mai ma cosi', ma solo per fare un esempio di altro metallo:  -433mV

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Spremiaglio -719mV, probabilmente anch'esso in una lega leggera

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Cucchiaio in inox Lagostina, +64millivolt, questo sembra molto alto, sembrerebbe un inox specialissimo ma dubito (?)


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Cosa ci si fa con queste misure.

da: Atlas Steel Technical Note No. 7 "Galvanic Corrosion"


Questa tavola mostra i potenziali elettrochimici di vari metalli riferiti a un elettrodo a calomelano saturo, tale elettrodo ha un potenziale di +0.2444 rispetto all'elettrodo a idrogeno (standard internazionale) mentre il nostro elettrodo Ag/AgCl da cardiologo è a +0.22249, visto che c'è circa 0.0219v di differenza, diciamo 22 millivolt, basterà togliere 22mV dalle misure fatte per poter utilizzare la stessa tavola.
Per il tipo di misure che si vogliono fare (verificare una protezione adeguata) si possono addirittura tralasciare i 22mV, come si vedrà più avanti.
In pratica cosa dice la tavola: se metto il mio elettrodo in mare e tocco con la spina rossa un pezzo immerso fatto in uno dei metalli della lista, il voltmetro leggerà la differenza di potenziale indicata.
Un metallo si considera sufficientemente protetto quando l'anodo riduce il suo potenziale caratteristico della tabella di un valore compreso fra i 150 e 200millivolt.


Esempio, per un piede di saildrive, quindi un pezzo in lega leggera, *senza* anodo si dovrebbe leggere un valore fra -.75 e -1.0 (tabella sopra), *con* anodo si deve leggere fra -.900 e -1.200; siccome le leghe leggere usate per i piedi sono scelte fra quelle un po' più resistenti alla corrosione quindi meno elettronegative, un potenziale di -900/-1 volt è in genere soddisfacente. Idem per le carene in lega leggera, le leghe sono in genere la 5083 o altre della stessa serie con potenziali di -750mV, quindi con gli anodi bisogna poter leggere attorno a -900-950 mV.


Quando ci sono metalli diversi in contatto, per esempio un asse elica in acciaio inox e un'elica in bronzo, il valore sul quale misurare la protezione è quello più elettronegativo: se l'elica fosse in bronzo all'alluminio (tabella circa -400mV) gli anodi d'elica e/o di asse devono portare il potenziale almeno a -550/600mV.


Se si trovano valori negativi "meno negativi" del dovuto è probabile che gli anodi siano in fin di vita, o troppo piccoli, o con un contatto elettrico con il pezzo da proteggere insufficiente (esempio corrosione, anodi mezzi staccati, ecc).
Se si trovano valori "più negativi" del dovuto, per esempio -1100mv o più, è probabile vi siano correnti vaganti di altro tipo quindi bisognerà cercare altrove. Non tanto quanto la mancanza di protezione, ma la sovraprotezione è comunque nociva.

E' utile scriversi i valori da qualche parte e rifare le misure periodicamente.


Per avere poi una diagnosi più estesa, si possono fare le misure in un primo tempo staccati dal 220 di banchina, poi ripeterle dopo essersi collegati. Idem si possono fare le misure a motore spento, e rifarle una seconda volta a motore acceso. Se i valori non sono assolutamente identici significa che vi sono correnti vaganti che possono essere ancora più insidiose della semplice corrosione galvanica. Negofol dice che si puo' anche controllare la terra del 220v di banchina (a vostro rischio e pericolo): dovrebbe trovarsi fra -400 e -800mV.



Per ora mi sono fatto qualche elettrodo da portarmi dietro, appena torno in barca le faccio l'elettrocardiogramma -.;)



22 ott 2011

Ritorno 2012, progetti



Il programma 2012 della barca all'ingrosso è il seguente: partire da Joao Pessoa verso inizio marzo, e arrivare in Bretagna verso fine giugno, climaticamente è il miglior periodo per la traversata di ritorno.


Tragitto diviso in quattro parti:
1. Da Joao Pessoa fino a Trinidad, in sostanza la costa NE dell'America del Sud. Le carte qui sotto danno un'idea
2. Da Trinidad su per le piccole antille (tipo fino St LUcia o giù di li')
3. Traversata sulle Azzorre
4. Azzorre - Bretagna.

Daph e le bambine forse verranno tipo un paio di settimane in Martinica, ma con le vacanze scolastiche a data fissa qui in Francia sembra difficile, al limite faccio io un salto in Europa, boh si vedrà.
Prima tratta quindi Joao Pessoa (il grumo rosso a SE della prima carta) - Trinidad.
All'incirca, partenza primi di marzo, arrivo a Trinidad attorno a fine aprile.
In totale sono circa 2000 miglia. La maggior parte della gente le fa in uno o due pezzi massimo, a me piacerebbe passarci più tempo perché ci sono vari posti carini.

Le possibili distanze intermedie in Brasile sono all'incirca queste:
Joao Pessoa - Natal 80 miglia,
Natal - Fortaleza 250 miglia
Fortaleza - Luiz Correia 230 miglia
Luiz Correia - Belem 500 miglia

Fin qui percorso in acque brasiliane.
Fino a Fortaleza val la pena fare una tirata, magari stop a Natal per fare una partenza "en douceur"; dopo Fortaleza invece ci possono essere varie soste (punta di Jericoacoara -posto meraviglioso, visto via terra), il porto di Camocim, eccetera solo che saranno accessibili o meno a seconda delle condizioni di onda, quindi da vedere li' per li'.
Poco più in là Luiz Correia, sembra si possa entrare abbastanza bene: li' dietro c'è il Delta das Americas, un vastissimo delta fluviale dove magari si puo' andare a dare un'occhiata.
Più in sù -ma accesso difficile- il rio Preguiça con il parco dei Lençois maranhensis (idem visto via terra, indimenticabile), la barra pero' dicono sia fra le più difficili.
Da li', bisognerà informarsi se dalle parti di Belem è tranquillo o no (a parte il povero Blake, è una zona dove fino a qualche mese fa ci sono stati un bel numero di assalti) per farci un salto: Soure un po' a nord e poi Belem. Se tranquillo, da Belem si puo' cercare di passare in uno dei "furos" che tagliano dietro l'isola di Marajo: a Belem il fiume è larghissimo quindi non è che sia belllissimissimo, nei furos invece diventa strettissimo e molto più suggestivo.
Uscita dall'Amazonas dalle parti di Afua, diretti a Kourou in Guyana francese.
Se invece il giro dell'isola di Marajo' da Belem fosse "caldo" si puo' eventualmente tirar dritto su Kourou da Luiz Correia.



Poi ho il progetto "Tre Guyane", che probabilmente devono aver fatto tre barche nella storia ah ah ah: andare a vedere come sono le tre guyane.
Se in quella francese c'è qualcuno di più che ci va, nelle altre due guyane le barche che ci vanno all'anno si contano sulla punta delle dita.

Forse perché è brutto, forse perché ancora non sono state scoperte, insomma c'è da suscitare la curiosità. Su noonsite.com c'è qualcosa, non sembra male.
In ogni caso, approccio conservativo, navigazione fluviale, cartografia poco affidabile quando c'è.

Distanze approssimative:
Belem - Kourou (Guyana Francese) circa 500 miglia
Kourou - Paramaribo (Suriname ex Guyana Olandese) 150-200
Paramaribo - Georgetown (Guyana, ex Guyana inglese) 150-200
I posti dove entrare non sono le capitali ma zone a fianco, ma come distanze siamo li'.

A Kourou c'è la base di lancio dei vettori Ariane quindi se magari fanno un lancio si puo' cercare di arrangiare le date per esserci.
Dalla Guyana Georgetown poi diretto a Trinidad, circa 250 miglia dove devo tirar sù la barca al volo per antivegetativa, anodi eccetera.





 
 
Nel complesso Joao Pessoa - Trinidad, il vento puo' essere sostenuto ma in genere vien da dietro, la corrente se la si va a prendere al largo puo' essere molto forte (guardavo le rilevazioni ogni tanto ha punte di quasi quattro nodi, roba da 200-250 miglia al giorno); se si costeggia in genere ce n'è molta meno.

Navigazione conservativa: bisogna cercare di non rompere niente perché in Brasile non c'è niente e importare pezzi è praticamente impossibile.
Marina praticamente non ce ne sono (giusto Fortaleza, carissima), all'ingrosso sempre all'ancora e si fa tutto col gommone (acqua gasolio cibo ecc)
Tocca stare attenti di notte perché ci sono tante barche da pesca, spesso senza luci.
Vari scali saranno determinati dall'onda lunga: a seconda dei casi, se c'è l'onda lunga si dovrà continuare dritti, altrimenti si tenta di entrare.

Insomma non vedo l'ora ,-.)



18 ott 2011

Siamo finiti sul sito Windpilot

Ero andato a guardare il sito di Windpilot per ordinare un pezzo per il timone a vento, e guarda chi ti trovo




Peter ci ha messi sul suo sito (senza neanche una foto del timone a vento):

http://windpilot.com/blog/2011/08/09/sv-brancaleone-roberto-ritossa-ita/


12 ott 2011

"Carte nautiche" del Pacifico

Alcune foto molto belle tratte da questa pagina appena scoperta:

http://www.laboiteverte.fr/cartes-polynesiennes-de-la-houle-en-bouts-de-bois/

Sono "carte" di navigazione che le popolazioni del Pacifico hanno usato per xmila anni per navigare, le conchiglie rappresentano le isole, i bastoncini diritti le correnti o l'onda lunga, i bastoncini curvi la modifica dell'onda lunga contro le isole.
Carte per trasmettere la conoscenza, non venivano portate in mare.






Tante altre foto qui

http://www.laboiteverte.fr/cartes-polynesiennes-de-la-houle-en-bouts-de-bois/





7 ott 2011

Darwin, Fitzroy, il Beagle e le tempeste

Il flacone da tempesta di Fitzroy


Il nome del brigantino H.M.S. Beagle rievoca immediatamente quello del naturalista George Darwin. Imbarcatosi a bordo per una lunga navigazione, lo studioso inglese ebbe modo di effettuare numerose osservazioni scientifiche e naturali, e condenso’ le sue riflessioni nella nota teoria dell’evoluzionismo.
La fama conquistata da Darwin e la portata rivoluzionaria delle sue teorie furono talmente importanti da offuscare la presenza di un altro importante studioso a bordo del Beagle, forse più interessante per gli appassionati di storia marttima in quanto aveva il non proprio irrilevante ruolo di esserne anche il Capitano.
Robert Fitzroy, divenuto successivamente Ammiraglio, oltre ad essere un eccellente navigatore, era infatti anche un grande appassionato di meteorologia.
Fitzroy non si accontentava pero’ di seguire la consuetudine di qualsiasi capitano di annotare sul libro di bordo i principali elementi meteorologici come direzione e forza dal vento, nuvolosità, pressione atmosferica, temperatura, eccetera, considerati essenzialmente come elementi necessari alla navigazione stimata: da studioso della materia, aggiungeva regolarmente tutta una serie di annotazioni sulla relazione esistente fra l’evoluzione del tempo e le grandezze misurate.

Riportano gli storici che il suo equipaggiamento tecnico, oltre ai soliti cannocchiali, sestanti e cronometri, comprendeva un gran numero di altri strumenti, perlopiu’ riservati ad osservazioni di carattere meteorologico. Barometri, termometri, termometri a bulbo bagnato erano portati in varie quantità: strumenti provenienti da diversi fabbricanti, con diverse caratteristiche, diverse sensibilità, le cui letture venivano annotate, confrontate nel tempo, analizzate.

Ma nel suo bagaglio era compresa anche una cassettina con dentro una fiala di vetro contenente una soluzione trasparente che aveva la dote “miracolosa” di formare un precipitato di consistenza variabile a seconda del tempo previsto: il flacone da tempesta.

Tali fialette erano in uso sulle navi già da molti anni, ma Fitzroy fu il primo a lasciarne memoria scritta nella relazione di viaggio del Beagle.
Nel suo “Libro del Tempo”, pubblicato nel 1863, afferma: “Più di un secolo fa, nel nostro Paese già si confezionavano i flaconi da tempesta. Non ci è dato di sapere chi ne fosse l’inventore, ma si potevano comunque trovare sul London Bridge, nella bottega “All’insegna della lente di ingrandimento”.

Il liquido che riempiva il flacone da tempesta era generalmente composto da una soluzione idroalcolica di nitrato di potassio, cloruro di ammonio e canfora. In condizioni normali la soluzione era trasparente, pero’ di tanto in tanto si potevano osservare delle formazioni cristalline.

“Un liquido trasparente significa tempo sereno, se invece si offusca ci si puo’ attendere pioggia” annota Fitzroy, “la formazione di cristalli sul fondo è presagio di gelo. La presenza di grossi fiocchi bianchi galleggianti significa cielo coperto, o neve in inverno. Se nel liquido appaiono dei piccoli puntini, ci si puo’ attendere nebbia”.

E ancora: “Se si formano delle stelline è probabile che si sviluppino dei temporali; dei filamenti nella parte superiore della fiala indicano vento in aumento, e se il precipitato si accumula lungo un lato specifico del contenitore, ci si deve attendere vento forte dalla direzione opposta”.

Superstizione o realtà ? Strumento scientifico o preparazione alchemica ?

Dal suo lato, dopo averne studiato il comportamento durante le sue navigazioni, il Capitano del Beagle si era finalmente convinto dell’utilità delle fialette magiche.
“Ci siamo portati dietro alcuni flaconi da tempesta sin dal 1825, all’inizio più per curiosità che altro, [...] fino a quando non ci siamo accorti che la miscela chimica presente dentro al flacone cambiava a seconda della direzione del vento, o in presenza di altre cause.”
E Fitzroy tutto era tranne che stregone, tanto che una volta abbandonata la navigazione venne addirittura eletto Presidente della Società Britannica di Meteorologia.

Fra i suoi contributi più importanti, in seguito ad alcune disastrose tempeste a metà Ottocento ed in virtù dell’apprezzamento pubblico per i suoi studi, Fitzroy vinse il mandato ufficiale per istallare in tutti i porti britannici delle piccole stazioni meteorologiche comprendenti termometro, barometro e flacone da tempesta, alle quali vennero aggiunte una serie di utili indicazioni interpretative, di cui venne caldamente raccomandato l’utilizzo a tutta la gente di mare.
Durante una sua conferenza alla Royal Institution nel 1862 egli consiglio’ di preparare previsioni meteorologiche utilizzando barometro, termometro e naturalmente il flacone da tempesta, per poi disseminarle via telegrafo lungo le coste del Regno Unito. Inizialmente scettici, i marinai cominciarono poco a poco a integrare le loro previsioni basate sull’esperienza e sull’osservazione locale con quelle comunicate via telegrafo, e si gettarono cosi’ poco a poco le basi di un sistema di previsione nazionale.

Ancora, il suo “Libro del Tempo” è probabilmente uno dei primi testi di tecnica meteorologica che siano mai stati scritti. A parte le poche paginette dedicate ai flaconi da tempesta, l’autore tratta in modo molto approfondito i vari legami tra andamento della pressione atmosferica, temperatura e tempo osservato a terra e in mare, con considerazioni che spesso mantengono una certa validità ancora oggi.

Fucina di ingegni, il Beagle: uno dei più importanti studiosi di storia naturale che siano mai esistiti, e uno dei precursori della meteorologia moderna.
La fama del flacone da tempesta non rimase confinata alle navi di Sua Maestà: alcuni anni dopo, anche il Capitano Nemo delle 20mila leghe sotto i mari, di Giulio Verne, si accorse di quanto potesse essere utile “La miscela del flacone si decompose a causa dell’elettricità presente nell’atmosfera. Poi scoppio’ la tempesta.”

Ancora oggi, nonostante diversi studi scientifici si siano occupati di questa curiosità, il comportamento della soluzione magica all’interno del flacone rimane in buona parte inspiegato.


















4 ott 2011

Il tempo e i bambini

Abbastanza in fretta, ci siamo accorti che lo scorrere del tempo per le due figlie praticamente non esisteva, la sensazione di "durata" ancora sembra essere molto molto vaga, vedono il tempo in modo tutto sommato binario.
Esistono due momenti: il momento "siamo appena partiti" e il momento "siamo quasi arrivati".
Ogni tentativo di far riferimento ad una qualche idea di durata è stato un fallimento: ...dobbiamo navigare ancora un'ora... ...domani arriviamo... ...ancora un po'... tutte espressioni che portavano invariabilmente a risentirsi fare la stessa domanda tre minuti dopo: quando arriviamo ?

Rispondendo "siamo appena partiti" invece si tranquillizzavano, ah siamo appena partiti, ok torniamo a giocare; cio' anche dopo tre quattro giorni di navigazione.
Il "siamo quasi arrivati" tocca tenerselo per quando si è in vista, quando si puo' mostrare col dito "ecco andiamo li'". Ok torniamo a giocare.


Tea invece a ogni accensione e a ogni spegnimento di motore (anche in mezzo al mare) è: papà posso aiutarti con l'ancora ?

26 set 2011

Turbante ruota con raggio

Qualcuno aveva chiesto come si fa a fare un turbante come questo, cioè con uno dei raggi della ruota che ci passa attraverso

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Ecco i vari passi


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Qui la T è stata ribaltata, si vede quindi la faccia "dietro" dell'intreccio

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22 set 2011

"Mediterranean Weather" in tedesco



Piccola soddisfazione: Imray l'editore del mio "Mediterranean Weather Handbook" mi ha appena indicato che è prevista l'uscita del libro (dopo l'italiano) anche in lingua tedesca.

21 set 2011

FRA - L'heure des (premières) conclusions

L’heure du retour vers la terre ferme est arrivée et avec elle, celle des conclusions.


Alors, qu’est ce que ce voyage m’aura enseigné ?
D’abord il a transformé une intuition en certitude :
Je reste une bien piètre coéquipière. Je pourrais naviguer une vie entière aux côtés de Roberto, rien n’y changera. Mais au fond quelle importance ? Roberto ne cherche pas de co-équipier, il est si bien seul à la barre avec son toscano au coin des lèvres, à scruter l’horizon, en pensant aux prochaines améliorations techniques, rien à voir avec celle du confort de vie à bord bien entendu, qu’il pourrait apporter au bateau.

Ensuite ce voyage m’aura aussi amené à reconsidérer certaines de mes certitudes.
Par exemple se laver à l’eau de mer. Si cela correspond à l’idéal de vie des ayatollahs de l’économie d’eau tant mieux pour eux, mais très peu pour moi ! Voilà en substance dans quel état d’esprit je suis partie. Mais après quelques temps passés à naviguer dans des contrées où l’accès à l’eau était plus problématique, j’ai fini par éprouver un infini plaisir à me jeter à la mer pour me laver (puis rinçage à d’eau douce ensuite bien entendu). Comme quoi, tout peut être relatif dans la vie.

Ma conception de l’ordre et de la propreté a elle aussi été fortement révisée.
Au début du voyage, l’aspirateur était souvent sorti (au grand désespoir de Roberto pour qui la présence d’un tel objet représente une honte pour l’embarcation et son capitaine qui a eu la faiblesse de l’accepter).
Des traces de pieds par terre me rendaient hystérique et le contact de grains de sable ou de miettes sur les coussins m’insupportait au plus haut point. Je passais du temps à nettoyer et à ranger les affaires des uns et des autres alors que ces dernières n’avaient tout simplement pas de place attitrée. Les livres et jouets de filles ont fini par trôner de façon plus ou moins permanente sur la table du carré et les livres et jouets de leur père sur la table à carte.
Et puis, l’Afrique est passée par là ! Pas d’électricité donc pas d’aspirateur. Pas d’eau donc pas de nettoyage. Mon degré de tolérance au désordre et à la saleté s’est soudainement envolé. En quittant la France, il plafonnait à 1, il doit maintenant osciller entre degré 6 et 7 sur une échelle qui en compte 10. Au-delà, en revanche, sueurs froides et malaise continuent à me harceler que seuls des gants Mapa et un bon Cif peuvent soulager.

Ma famille et moi.
Je pensais que 16 mois passés avec enfants et mari 24h sur 24h enfermée sur le bateau me vaccineraient, qu’une fois rentrée à terre je n’aurais qu’une hâte, retrouver mon autonomie et mon indépendance. Mais malgré toutes les (nombreuses) fois où j’ai voulu passer Roberto par-dessus bord, tous les hurlements « libératoires » poussés sur les filles à ameuter les bateaux à plusieurs milles de distance, tous les hurlements poussés sur Roberto quand les filles m’énervaient trop mais je ne voulais pas m’en prendre à elles... Malgré tout cela et encore bien d’autre chose, aujourd’hui après avoir déposé les filles à l’école et laissé Roberto à ses recherches pour son prochain livre, je ressens un pincement au cœur et une certaine nostalgie d’une époque maintenant révolue durant laquelle nous n’étions q’1, un seul équipage embarqué à bord du Brancaleone.

Enfin, pour terminer car je ne peux pas faire ici une liste exhaustive de tout ce que voyage m’aura apporté, mais une réalité déconcertante s’est imposée à moi : le monde idéal n’existe pas.
Ce mouillage est sublime…….mais pris d’assaut par les « nonos » (des insectes microscopiques qui attaquent par vague, que rien n’arrête et dont les piqûres provoquent des démangeaisons insupportables).
Cet endroit est un havre de paix où on resterait bien volontiers quelques jours….. mais pas un magasin ou échoppe pour se réapprovisionner.
Ce port offre toutes les commodités …...mais il est complètement isolé, à des kilomètres de tout centre de vie.

Et oui, où que nous soyons allés, il y a toujours eu un mais. Plus ou moins important mais toujours là pour nous rappeler que le secret de la réussite de notre voyage résidait dans notre art à relativiser et à composer avec les « tous » et les « riens ».
De sorte qu’au final, le bilan est AMPLEMENT et PLEINEMENT positif.

8 set 2011

Ancora colonna sonora

O inverno no Leblon è quase glacial, e Leblon è un quartiere di Rio..






5 set 2011

ENG - Anchor testing and gardening skills

Another anchor test, oh yeah -.;)

During the rainy season, tropical rivers abound with compact, thick aggregates of branches, plants, roots, foliage, debris... literally, uprooted pieces of the river banks all moving with the tide (if any).
They may be several tens of metres wide and are 50cm to 2m deep, yes they can reach the bottom of the keel. The more one waits, the more floating debris are accumulated as the "island" gets bigger.

This video was made at around slack water, but with a 2-3kt current the force of such a floating island can be phenomenal.
Not that we swapped our old lady with a fishing boat, but when such a thing struck us it was really hard -and it was a small veg-island.
During the last 12 months we spent about 250 nights at anchor, sometimes in tough conditions, but the floating island has us most worried that the chain might snap, the cleat bang away or the anchor break free.





To get rid of the floating platform, either one waits for the turn of the tide (as the fishing boats appeared to be doing), or must cut it into two halves, to let them float away along the sides of the boat.
The arsenal we use is basically this (floating mattress excepted):
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a couple of machetes -we used to use them only to open up coconuts or to get firewood for beach barbecues-, plus that cutting thing in the middle: Brazilians use it to harvest cocoa fruits and coconuts, it cuts both with its upper (for coconuts) and lower (for cocoa) edges.
I later found the tool they use for cutting sugar cane, which may be even more efficient (not yet tested though).

2 set 2011

Test ancora ? Provate il giardinaggio...

Un test dell'ancora diverso dal solito ?

Nei fiumi tropicali, durante la stagione delle piogge c'è un sacco di corrente che estirpa pezzi compatti di vegetazione e li porta giù, col risultato che segue.



Non è che ora andiamo in giro in peschereccio, ma ci è successa la stessa cosa e non è stata da ridere.
I banchi di vegetazione fanno qualche decina di metri di largh/lunghezza, sono compattissimi e sono spessi da 50cm a due e più metri. Si' due metri significa che arrivano fino al sotto della chiglia. Sopra pieno di bestiole, alcuni ci hanno trovato dei serpentelli ma noi per fortuna no.
Il video è vicino allo stallo di marea, quindi non è che tiri tanto, ma con una corrente di due o tre nodi la tensione sull'ancora diventa impressionante.


Negli ultimi dodici mesi abbiamo passato all'ingrosso 250 notti all'ancora, varie volte in condizioni abbastanza tese, ma con la piattaforma vegetale ho avuto più timore che si spaccasse tutto, catena bitta o che l'ancora non tenesse. Ed era una piccolina...

Per sbarazzarsi della piattaforma o si aspetta pregando l'inversione di corrente -se c'è-, oppure bisogna letteralmente tagliarla in due, in modo che le due metà passino ai lati della barca:
l'arsenale necessario (a parte il materassino):
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i machete -in genere usati solo per aprire noci di cocco o tagliare la legna sulla spiaggia per i barbecue-, più quella specie di roncoletta nel mezzo che è attaccata a un bastone lungo un paio di metri e che taglia sia sopra che sotto; qui la usano per staccare le noci di cocco dall'albero (taglio superiore) o le noci di cacao (taglio inferiore).
Dopo ho trovato l'arnese per tagliare la canna da zucchero che è ancora più temibile, ma ancora non lo ho provato.

Ho in mente un'arma possibilmente migliore ma prima la voglio provare.

Qualche coltivatore di orchidee ha un'idea ?

29 ago 2011

Carte nautiche scaricabili

La NGA degli Stati Uniti ha messo a disposizione gratuitamente le proprie carte nautiche del mondo intero, sono carte raster in formato jpg, che devono solo essere georeferenziate per poter essere utilizzate.
Originariamente disponibilio a mosaico, il gruppo degli sviluppagtori di opencpn le ha ricostruite tutte, sono disponibili qui

http://opencpn.info/en/nga-charts-status


24 ago 2011

Usciamo ?

Giriamo l'angolo dal porto e ecco l'assaggio

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