Per ora solo figure e parole, cerchero' di aggiungere un video la prossima volta che vado in barca.
PREMESSA: ***Sia chiaro io non ho nessunissima pratica di alpinismo e questo puo' essere un metodo pericolosissimo, ognuno lo prova a suo rischio e pericolo****.
Personalmente l'ho usato varie decine di volte e sono ancora qui.
Materiale necessario
Un imbrago da alpinismo/speleologia tipo questo
e due maniglie da ascensione come queste, ne servono due, una per la mano destra e una per la sinistra.
qui si vede meglio la differenza fra mano destra e sinistra. Quando si mette la maniglia sulla cima, questa si muove solo in un senso, verso l'alto.
Serve poi un moschettone da alpinismo.
Supponiamo che uno sia destro, cioè gamba destra e mano destra primari.
SI attacca il moschettone da alpinismo al buco inferiore della maniglia sinistra (quella blu nella foto qui sopra), e si attacca il moschettone all'anello centrale dell'imbrago (quello verdolino nella foto sopra): la maniglia quindi è attaccata all'imbrago.
Poi si prende un paio di metri di cima e si fa una specie di gradino come questo qui sotto (questo è regolabile ma una volta che si son prese le misure col proprio corpo non c'è bisogno di regolare più niente). Si attacca la cima all'anello inferiore della maniglia destra, in modo che lo scalino sia all'incirca 1m - 1.2m sotto alla maniglia.
Ora si prende una drizza di diametro sufficiente (le maniglie mi sembra vadano bene fra 8 e 13mm), ci si attacca la maniglia destra (quella col gradino) e al di sotto della maniglia destra la maniglia sinistra. La si puo' lasciare penzoloni oppure la si puo' rizzare parallela all'albero.
Poi si prende una seconda drizza di soccorso e la si attacca all'imbrago, la si lascia a qualcuno sotto che la recuperi mano a mano che si sale (se c'è qualcun altro, altrimenti ciccia); la persona sotto non deve fare nessuno sforzo.
Si sale in due fasi:
1. Si fa scorrere la maniglia destra (gradino) in alto. Si spinge col piede sul gradino, quindi si comincia ad alzarsi: man mano che si sale si fa scorrere la maniglia sinistra (quella dell'imbrago) lungo la drizza fino a portarla vicino alla maniglia destra
2. Si toglie la spinta dal piede destro, il corpo si riabbassa appena e viene sostenuto dalla maniglia sinistra dell'imbrago. La maniglia destra del gradino è quindi libera di muoversi, la si puo' far scorrere in alto una seconda volta --> si torna al punto 1.
Si manda su lo scalino, ci si spinge su con la gamba, ci si appende alla maniglia dell'imbrago, si rimanda su lo scalino.
Durante la traversata, a 5-600 miglia dalle Azzorre ho fatto la stupidata di lasciar partir via la drizza della randa, che svolazzando qua e là si è incastrata a livello delle crocette alte: dalla testa d'albero passava verso prua nel triangolo albero/sartia alta, girava attorno al riflettore e al fdaro di coperta, poi ripassava nel triangolo albero/sartia alta per tornare giù. (Ero riuscito acrobaticamente a recuperarne l'estremità utilizzando una seconda drizza e avvoltolandole insieme).
Bon, almeno non svolacchiava più, pero' sempre inutilizzabile. C'era parecchio vento quindi non è che mancasse tela.
Il giorno dopo il vento mollava un po', piano d'azione: mi dico quando arriva a 15 nodi salgo. Fino a 16 nodi tutto contento evviva sono ancora 16 non devo salire, a 15 beh andiamo.
Insomma sono salito fino alle crocette alte e ho liberato quella maledetta drizza.
Se uno fosse in bisogno, dopo un po' di prove quel che ho trovato di meglio:
1. Mettere la barca in poppa piena alle onde (c'era una bella onda lunga), a me è venuto un gran lasco di vento; genoa semicazzato per non beccarsi troppe sberle. Senza illusioni, lo sbatacchiamento lo si becca comunque, magari un po' di meno
2.Timone elettrico su massima sensibilità, che tenga la barca li' diritta il più possibile
3. Imbottirsi di vestiti quanto più possibile, due paia di pantaloni, tre maglioncini, stivali, se uno ce l'ha anche un caschetto, già alla prima crocetta si diventa una pallacorda, si beccano botte dappertutto, più si ammortizza meglio è; se non sono d'ingombro per quel che si deve fare in alto, anche i guanti, quando la barca oscilla ci si aggrappa immediatamente a sartie cavi e tutto quel che c'è a portata, e se il corpo già è partito le mani si prendono una bella risuolata
4.salire con lo sguardo verso poppa, in modo da vedere le onde: quando si vede li gruppo di ondone che arriva fermarsi e agganciarsi all'albero come una morsa e aspettare
5. La cima per salire tesissima, anche se boh comunque ci si fa sbattere
6. ricordarsi di respirare , andando su avevo talmente il cuore in gola che a momenti mi dimenticavo
7. fare in fretta: arrivato su uno si dice oh il panorama, oh l'oceano, oh che bello quassù, oh guarda qui e guarda là, poi l'albero ci sbatacchia un po' e si capisce di dover riscendere in fretta
Come cima di sicurezza, ho passato una cima dall'imbrago cinturando l'albero, al limite mi avrebbe fermato alla prima crocetta.
**Aggiunta**
Su hisse et oh, a questo indirizzo, c'è un modo diverso di agganciarsi alla maniglia con l'imbrago che non sembra male
http://www.hisse-et-oh.com/articles/888-monter-au-mat