29 ago 2009

Lisbona

Il Branca è arrivato a Lisbona; è già passata una settimana ma è più difficile trovare un accesso internet a Lisbona che in un qualsiasi villaggetto di pescatori del nord.


Senza dubbio uno dei momenti più emozionanti di questo giro, sotto al ponte veniva voglia di passarci e ripassarci avanti e indietro.






Poi sono entrato in un porto proprio a due passi dalla città, sotto al ponte. (Quando sono partito c'era talmente tanta polvere sopra alla barca che persino io me ne sono accorto)










La prima volta che ci sono venuto era quasi venti anni fa, ho voluto provare a riandare a mangiare da Martinho da Arcada uno dei due caffè di Pessoa ma è come se un antico romano andasse al colosseo per vedere i gladiatori e fosse sorpreso di trovarci le guide turistiche. Ingenuo.
L'Alfama, Madredeus con lei tutta blu nel fumo, l'odore delle sardine alla griglia quasi scomparso perché le nuove norme d'igiene bla bla bla bla.


Gran città, e gran popolo, i portoghesi. Non ricordo più chi l'abbia detto (oddio si') "con gli spagnoli alle spalle e l'oceano di fronte, il Portogallo non ha mai avuto scelta".



Bartolomeu Dias, Cabral, Magalhães, Vasco de Gama, con delle barcazze come queste (quella nera, non quella bianca) in giro per il mondo, per il loro mondo, i portoghesi sono sempre andati in posti un po' speciali. Macao, chi penserebbe mai di fermarsi a Macao. São Tomé, ci mettono le previsioni meteo tutti i giorni sui quotidiani son dovuto andare a guardare sulla carta dove fosse.




Se non fosse stato per Pigafetta magari nessuno avrebbe saputo di Magellano. Se non fosse stato per Colombo nessuno avrebbe saputo dell'America ah ah ah.


Se a qualcuno piacciono i racconti di viaggio ironici, rocamboleschi, date un'occhiata alle "Peregrinações" di Fernão Mendes Pinto, come leggere il resoconto autobiografico delle avventure di un avventuriero di non so quanti secoli fa, pirata, vestito da Sandokan, a cui gliene va bene una e male cento altre , tutto scritto con uno stile piacevolissimo.


La riabilitazione delle zone industriali abbandonate del porto tiene spesso in considerazione la storia delle stesse, facendo di tutto per lasciarle accessibili ai lavoratori, agli scaricatori, ai marinai..





Questo il ponte fotografato la mattina presto da Oeiras, un porticciolo proprio sulla foce del Tago, dall'altro lato della città.


Nessun commento: