I porti si succedono uno dietro l'altro.
Uscito da Nazaré tutto pimpante con il sole, a metà strada un nebbione di quelli tosti, vedevo si' la prua della barca ma insomma mica tanto più in là.
La nebbia induce a "emozioni raccolte in tranquillità".
Vaff.. ai gabbiani che si posano tutti li' davanti e sembra di andare a sbattere contro un muro fin quando non volano via.
Vaff.. al cosiddetto "professionista" il guidatore della barca che porta la gente alle isole Berlenga, passato a quindici nodi a venti metri di distanza facendo pure un gran svoltone perché non mi aveva visto al radar. Penso non lo stesse usando perché il Branca ha un'eco radar simile a quella di una piccola navozza. Accidenti accidenti a lui. Accidenti gli venisse un colpo, magari prima di uscire dal porto. O che si guardi almeno una volta le regole.
Invece grazie ancora a papà per la trombetta in ottone, tiene comunque compagnia anche se a parte il nautofono di Peniche non ho sentito nessun altro segnale acustico.
E grazie a San Furuno, naturalmente, andiamo sempre più d'accordo lo capisco ogni volta di più.
PS A chi comincia a usare il radar, due calorosi consigli prendersi un libretto che spieghi come funziona/come usarlo, e fare pratica col bel tempo. Ah un terzo consiglio fare pratica con il bel tempo.
Poi mentre stavo ancorando nella baietta a lato dell'entrata di Peniche, porto peschereccio con un traffico da pazzi, da pazzi anche cercare di entrarci, hop la nebbia è scomparsa, gran sole, perfetto dopo la gran sudata fatta.
20 ago 2009
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