22 mar 2011

Traversata (segue)

Continua da


http://sybrancaleone.blogspot.com/2011/02/traversata.html

a. L'idea "ora mi trovo in mezzo all'oceano" è un po' una illusione, nel senso si' se uno guarda la carta e ci riflette su si rende conto della lontananza, ma nella quotidianeità l'orizzonte è alla stessa distanza di quando uno traversa l'adriatico

b. A mezzo mare, intravista di giorno una barcaccia di legno di 5-6m di lunghezza, immobile, ci avviciniamo non senza un po' di paura (essenzialmente di trovarci un cadavere) ma non c'era nessuno. Passar di li' id notte c'è da lasciarci la barca.

c. Riassumendo, siamo partiti da Banjul andando verso WSW, due giorni di NW gagliardo e via di bolina con 6-7Bft, bel modo di cominciare una traversata ha sballottato tutti, bambine col mal di mare non mangiavano né bevevano più, per fortuna con la cocacola abbiamo almeno dato un po' di zucchero. Poi ha girato a N, infine NE quindi andatura moolto più tranquilla, con gran ilarità di tutti.
La rotta climaticamente migliore sarebbe stata questa (figura sotto) : in sostanza partire verso WSW, giunti sull 8°N procedere dritto verso sud correndo sul meridiano 21-22°W in modo da tagliare la ITCZ (zona di convergenza intertropicale) quanto più in fretta possibile, poi una volta usciti tirare dritto fino a Salvador.Il grafico è fatto da un programmino che prende i dati delle pilot charts ed effettua il calcolo della rotta più rapida a seconda delle caratteristiche della barca, analogamente al routing classico solo che invece di usare i grib usa i dati climatici delle pilot charts.
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pero' con i vari bollettini ricevuti via radio, via mail, le carte fax e l'aiuto di Alfredo IK6IJF si poteva dedurre che la zona delle calme si fosse spinta più a ovest, quindi statisticamente meglio prendere qualche grado di ovest in più, cosi' abbiamo fatto. Siamo scesi giù dritti verso sud fra il meridiano25°W e 26°W.

Tutto ok, abbiamo quasi sempre avuto vento, ma abbiamo passato tre notti da incubo: nella zona di convergenza l'attività convettiva notturna è localmente molto forte, il che significa che durante il giorno navigavamo al gran lasco con del NE a 10-15 nodi, bellissimo, pero' poco dopo il tramonto si cominciavano a vedere lampi lontani, poi sempre più vicini, poi per ore FLASHHH-BAMMMM FLASHHH-BAMMM dappertutto tuoni e fulmini a qualche decina di metri di distanza. RIcordi di quando con Claudio un fulmine ci ha beccato a febbraio dalla Yugoslavia a Rimini, radio in fiamme, bussola che gira in tondo, antenna in fuoco che casca giù dall'albero, arrivo a Fano invece che a Rimini (40 miglia più a sud), eccetera.
Si sarà capito vento (anche troppo) al limite ok, ma i fulmini proprio non mi vanno giù.

Al radar bolle nere dappertutto,
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abbiamo cercato di slalomare ma appena avevamo un tratto libero davanti ecco che hop altre macchie nere venivano fuori, flashhbammm flashbammm, sudori freddi.
Tre notti cosi', il peggior momento della transatlantica.

d. Sono diventato un incondizionale del timone a vento, lo sospettavo ma è davvero una ganzata. Nel pilota elettrico ho anche il sensore giroscopico, quindi nell'andatura di poppa con un po' d'onda funziona molto bene, pero' il timone a vento va -direi- altrettanto bene, e senza consumare nulla.

Il timone a vento ha timonato per la stragrande maggioranza del tempo (salvo a motore). Con vento variabile fra 10 e 30 nodi (raffiche sotto le nuvole) la barca oscillava di rotta di neanche dieci gradi, dritta come un fuso. Bon è vero che il Branca va diritto anche da solo ma comunque sia...

e. La barca è andata benissimo, sola rottura il cavo di trasmissione dell'invertitore (che non era neanche tanto vecchio), quindi per mettere la marcia bisognava andare giù. Non abbiamo rotto niente altro. Neanche in Africa a dire la verità.
Accantonando per un attimo la modestia: spesso riceviamo complimenti da altre barche: "bon potreste anche pulire un po' lo scafo che è tutto ingiallito, ma tecnicamente e marinamente avete davvero un gioiello di barca" (pavoneggiamento pavoneggiamento)

4 commenti:

Francesco ha detto...

Grazie del post, ti ho inserito tra i miei feed e ti leggo sempre. Brivido per la barca di legno!
buon vento!

J.K. Toole ha detto...

Grazie per gli aggiornamenti, roberto.

Dici qcs in più sul timone a vento? P. es: quali sono a tuo avviso le caratteristiche (e anche le marche) da scegliere o da mettere in lista.
Obrigado.
J

Ferruccio Ferrari ha detto...

Mi piacerebbe saperne di più su come avete attrezzato la barca per proteggervi dai fulmini. In mare, portando a spasso un enorme parafulmine, mi sembra una situazione da incubo. L'ho vissuta un paio di volte andando in giro in MTB e da allora è la mia maggiore preoccupazione.

Anonimo ha detto...

*E'* una situazione da incubo.

Su un'altra barca siamo stati beccati da un fulmine: antenna in fiamme che casca dall'alto dell'albero, vhf bruciato, la bussola che girava su se stessa (era venti anni fa senza gps né nulla, certo in mezzo all'adriatico prima o poi qualcosa si incontra), ma soprattutto la sensazione di assoluta impotenza... La barca aveva l'albero passante, messo a terra in chiglia: a mio parere il fulmine non era proprio dei più forti, altrimenti suppongo i danni sarebbero stati molto più seri.

Idem nelle tre notti peggiori della traversata: al radar vedi un malloppone, ok andiamo più a destra, poi ne scappa fuori un altro, ok andiamo a sinistra, fulmini dappertutto, alla fine sei tutto circondato e non rimane che andarci dritto dentro, col fiato sospeso.
La barca ha l'albero in coperta, collegato ad un puntone inox sotto che poi va in chiglia, che abbia protetto o meno;;; vai a sapere! c'è una vasta letteratura tecnica sui fulmini in barca e ben lungi dal giungere a conclusioni univoche...

r