6 gen 2011

In Gambia

Dopo le (probabilmente) peggiori 24 ore di navigazione da quando siamo partiti, eccoci in Gambia.
24 ore di motore, onda lunga incrociata, piroghe senza luci di notte e pescherecci coreani che mandavano musica sul canale 16, eccoci a Banjul, capitale del Gambia, Stato incastrato dentro al Senegal.
Si parla inglese, è tutto più tropicalmente British.
Dodici ore per fare le carte di ingresso.
Dodici.
ANcoraggio esposto quindi mentre io bollivo negli uffici di Dogana, Immigrazione, eccetera, gli altri avevano mezzo mal di mare, all'ancora. Giornatina carina per tutti.
Stamattina Anne e Benoit sono ripartiti, noi siamo ripartiti verso i bracci secondari del fiume.
Lamin Lodge, pace e tranquillità.
Una barca di Gibilterra con una famiglia tedesca: una bambina di sei anni e una di tre mesi, nata in "ospedale" a Elinkine, villaggio di qualche centinaio di abitanti dove eravamo ieri l'altro.
Per ora, checché ne dicano i francesi, impressione di una cordialità maggiore dei Gambiani che non dei Senegalesi, ma chissà vedremo le settimane prossime.
Passata la Befana, tolte le decorazioni di Natale (rimane una ghirlanda viola avvolta attorno al tubo centrale del bimini), la barca risembra un po' una barca.
Oddio...

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