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24 dic 2012
Auguri 2013
Tanti auguri, buon capodanno e un bel 2013 sull'acqua a tutti!
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
Branca branca branca !
14 dic 2012
Seconda edizione Trasmissioni radio e Telefono satellitare
E' appena uscita la seconda edizione del libro.
Rispetto alla prima edizione:
1. Riscritto il capitolo dedicato a Winmor -email via radio senza modem Pactor- sulla base di qualche anno di utilizzo, il sistema era ancora sperimentale al momento della prima edizione;
2. Inseriti altri dati disponibili tramite richieste di file GRIB: COAMPS, dati di altitudine, correnti marine, GRIB a zona variabile;
3. Aggiunto un capitolo su richiesta e lettura file meteo Fleet Code;
4. Riscrittura del capitolo sui telefoni satellitari, con l'aggiunta di una parte dedicata al telefono Inmarsat IsatPhone, appena lanciato al momento della prima edizione.
5. Revisione dei net radio;
6. Aggiunta di un'Appendice con i prefissi radioamatoriali mondiali;
più alcune altre revisioni minori.
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
Branca branca branca !
13 dic 2012
Costa Concordia ? no, Pacifica
La Costa Pacifica ha dato una bella grattata sul molo del porto di Marsiglia.
Ricorda lontanamente qualcosa.
http://provence-alpes.france3.fr/2012/12/11/un-bateau-de-croisiere-dechire-sa-coque-sur-un-quai-du-port-de-marseille-162555.html
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10 dic 2012
Qualche foto dal Salone Nautico di Parigi
Un po' di foto di Groupama, era esposto nel piazzale:
le bottoniere dei coffe-grinder
spigolo evanescente dello scafo
un filtro facile da sostituire
questo è "France", il primo 12M SI francese (e primo non-anglosassone) ad essersi presentato ad una sfida America's Cup, 1970 credo.
ok foto un po' gratuita: il pacco di giornali in distribuzione aveva in prima pagina "Un francese su 8 sotto la soglia di povertà"
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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5 dic 2012
VID - Record velocità a vela >65nd
Videino fatto durante la corsa a più di 60 nodi (vedi messaggio sotto).
Pur essendo in immagini, l'accelerazione che prende circa al minuto 1:00, quando poggia dopo essersi avvicinato alla costa, manda il cuore in gola.
Pur essendo in immagini, l'accelerazione che prende circa al minuto 1:00, quando poggia dopo essersi avvicinato alla costa, manda il cuore in gola.
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26 nov 2012
68 nodi a vela...
Questa "barca" ha appena fatto 68 nodi (velocità massima in un secondo), 65 nodi su 500 metri.
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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23 nov 2012
Vendée Globe - Il sonno
Un concorrente parla del sonno durante la regata.
(Dino avevi chiesto l'altro giorno)
Le sommeil de Javier Sansó par VendeeGlobeTV
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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22 nov 2012
Altre notizie del catamarano
Qualche giorno fa un catamarano si è ribaltato al largo del Marocco:
http://sybrancaleone.blogspot.fr/2012/11/catamarano-affonda-al-largo-del-marocco.html
Piano piano vengono fuori altre informazioni.
Una foto del catamarano rovesciato, fonte Figaro.fr (copiare e incollare l'indirizzo)
http://www.hisse-et-oh.com/system/assets/000/063/707/original/Sans_titre1.jpg?1353516196
L'elica di un motore con la cima arrotolata attorno. Sembra più una cima/rete da pesca che non una cima della barca, come era stato indicato in un primo momento. Sempre Figaro.fr, idem copiaincolla per vederla.
http://www.hisse-et-oh.com/system/assets/000/063/708/original/Sans_titre2.jpg?1353516206
Dagli elementi che appaiono, la barca aveva il boma rotto e si stava dirigendo verso Saidia per fare il pieno di gasolio e poi dirigersi verso Gibilterra dove avrebbero recuperato un boma nuovo.
Una probabile ipotesi al momento attuale è che in avvicinamento al porto di Saidia a motore, una cima delle (numerosissime, leggendo i commenti di chi ha frequentato il porto) nasse si è impigliata sull'elica, motore fermo.
Onde frangenti, il catamarano probabilmente messo di traverso si è ribaltato.
http://nautisme.lefigaro.fr/actualites-nautisme/a-la-une-0/2012-11-21-08-43-06/naufrage-au-maroc---la-famille-accuse-les-filets-de-peche-6939.php
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Tesori di cartografia antica della BNF
Avevo scritto un messaggino tempo fa su una mostra di carte nautiche e "portulani" antichi che è ospitata in questi giorni dalla Biblioteca Nazionale francese.
Adesso è possibile vedere tutti i documenti anche da casa, ingrandendo a piacere.
Si puo' per esempio cominciare da qui, poi con gli indirizzi nella colonna sinistra esplorare tutti i documenti
http://expositions.bnf.fr/marine/gallica/index.htm
Un'edizione antichissima del Milione di Marco Polo
http://expositions.bnf.fr/marine/livres/Marco_Polo/index.htm
Qui c'è tutta l'iconografia
http://expositions.bnf.fr/marine/icono/index.htm
Come un bambino che entra in una stanza piena di caramelle e giocattoli dappertutto.
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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21 nov 2012
I Veneti di Bretagna
Fra le molteplici popolazioni che nel corso della storia sono state chiamate "Veneti" (sembra che fra il terzo e secondo millennio avanti Cristo i Veneti fossero tutti nell'attuale Polonia), oltre ai Veneti di Venezia, ai Veneti dell'Europa Centrale, eccetera vi sono i Veneti di Bretagna, in particolare del Morbihan.
La città di Vannes, capoluogo del Morbihan, in bretone è Gwened, per i latini era Civitas Venetorum.
Una bella descrizione dei Veneti e delle loro navi.
I Veneti sono il popolo che, lungo tutta la costa marittima, gode di maggior prestigio in assoluto, sia perché possiedono molte navi, con le quali, di solito, fanno rotta verso la Britannia, sia in quanto nella scienza e pratica della navigazione superano tutti gli altri, sia ancora perché, in quel mare molto tempestoso e aperto, pochi sono i porti della costa e tutti sottoposti al loro controllo, per cui quasi tutti i naviganti abituali di quelle acque versano loro tributi.
[...]
Le navi dei Veneti, poi, erano costruite e attrezzate come segue: le carene erano alquanto più piatte delle nostre, per poter resistere con maggior facilità alle secche e alla bassa marea; le prore erano estremamente alte e così pure le poppe, adatte a sopportare la violenza dei flutti e delle tempeste; le navi erano completamente di rovere, capaci di resistere a qualsiasi urto e offesa; le travi di sostegno, dello spessore di un piede, erano fissate con chiodi di ferro della misura di un pollice; le ancore erano legate non con funi, ma con catene di ferro; al posto delle vele usavano pelli e cuoio sottile e morbido – forse perché non avevano lino o non lo sapevano adoperare oppure, ed è più probabile, perché ritenevano che le vele non potessero agevolmente reggere alle tempeste così violente dell’Oceano, al vento tanto impetuoso e al peso dello scafo.
La nostra flotta negli scontri poteva risultare superiore solo per rapidità e impeto dei rematori, ma per il resto le navi nemiche erano ben più adatte alla natura del luogo e alla violenza delle tempeste. In effetti, le nostre non potevano danneggiare con i rostri le navi dei Veneti, tanto erano robuste, né i dardi andavano facilmente a segno, perché erano troppo alte; per l’identica ragione risultava arduo trattenerle con gli arpioni. Inoltre, quando il vento cominciava a infuriare e le navi si abbandonavano alle raffiche, le loro riuscivano con maggior facilità a sopportare le tempeste e a navigare nelle secche, senza temere massi o scogli lasciati scoperti dalla bassa marea, tutti pericoli che le nostre navi dovevano paventare.
Bello eh?
Dal Libro III del De Bello Gallico di Cesare.
La città di Vannes, capoluogo del Morbihan, in bretone è Gwened, per i latini era Civitas Venetorum.
Una bella descrizione dei Veneti e delle loro navi.
I Veneti sono il popolo che, lungo tutta la costa marittima, gode di maggior prestigio in assoluto, sia perché possiedono molte navi, con le quali, di solito, fanno rotta verso la Britannia, sia in quanto nella scienza e pratica della navigazione superano tutti gli altri, sia ancora perché, in quel mare molto tempestoso e aperto, pochi sono i porti della costa e tutti sottoposti al loro controllo, per cui quasi tutti i naviganti abituali di quelle acque versano loro tributi.
[...]
Le navi dei Veneti, poi, erano costruite e attrezzate come segue: le carene erano alquanto più piatte delle nostre, per poter resistere con maggior facilità alle secche e alla bassa marea; le prore erano estremamente alte e così pure le poppe, adatte a sopportare la violenza dei flutti e delle tempeste; le navi erano completamente di rovere, capaci di resistere a qualsiasi urto e offesa; le travi di sostegno, dello spessore di un piede, erano fissate con chiodi di ferro della misura di un pollice; le ancore erano legate non con funi, ma con catene di ferro; al posto delle vele usavano pelli e cuoio sottile e morbido – forse perché non avevano lino o non lo sapevano adoperare oppure, ed è più probabile, perché ritenevano che le vele non potessero agevolmente reggere alle tempeste così violente dell’Oceano, al vento tanto impetuoso e al peso dello scafo.
La nostra flotta negli scontri poteva risultare superiore solo per rapidità e impeto dei rematori, ma per il resto le navi nemiche erano ben più adatte alla natura del luogo e alla violenza delle tempeste. In effetti, le nostre non potevano danneggiare con i rostri le navi dei Veneti, tanto erano robuste, né i dardi andavano facilmente a segno, perché erano troppo alte; per l’identica ragione risultava arduo trattenerle con gli arpioni. Inoltre, quando il vento cominciava a infuriare e le navi si abbandonavano alle raffiche, le loro riuscivano con maggior facilità a sopportare le tempeste e a navigare nelle secche, senza temere massi o scogli lasciati scoperti dalla bassa marea, tutti pericoli che le nostre navi dovevano paventare.
Bello eh?
Dal Libro III del De Bello Gallico di Cesare.
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19 nov 2012
Vendée Globe - ITCZ, Pot au noir...
...o come si voglia chiamare la zona di convergenza intertropicale.
Zona con venti deboli per non dire inesistenti, groppi più o meno numerosi e intensi, eccetera.
Perché si dice che attraversarla in regata sia un "terno al lotto" ?
Le prime tre figure mostrano una ZCIT che oscilla attorno ai 10°N, un po' più su un po' più giù, situazione tutto sommato stabile: i concorrenti avranno 2-3-4.. gradi di latitudine nei quali dovranno lottare con le nuvole per approfittare di ogni soffietto per poter procedere verso sud e andare a prendere l'aliseo di SE.
C'è una componente di fortuna, ma il vantaggio competitivo di uno che sta sveglio e reagisce in fretta esiste.
Ah pero' non è cosi' semplice: spesso la ZCIT si muove, scodinzola, si ispessisce o assottiglia: la parte più a ovest resta relativamente più stabile e sottile, mentre la parte a Est si muove davvero molto, ci sono oscillazioni di 5-7-10° che avvengono in un solo giorno.
Quindi l'alternativa strategica è decidere fra: dirigersi verso Ovest, in modo da attraversare la zona dove è più sottile e più stabile, ma restare il più possibile a Est perché una volta oltrepassata la zona ci sono gli alisei di SE quindi se uno va troppo a ovest poi deve bolinare...
Fin qui la decisione degli skipper.
Poi interviene il caso: supponiamo uno si avvicini con rotta Sud alla ZCIT.
Se la ZCIT in quel momento è verso sud, il concorrente approfitta dell'aliseo di NE per avvicinarcisi, se poi la ZCIT "salta" verso nord il concorrente magari non se ne accorge neanche, nel giro di qualche ora passa dall'aliseo di NE a quello di SE e via col vento continua sparato giù.
Se la ZCIT è invece verso nord, il concorrente si avvicina e comincia ad attraversarla lentamente, poniamo la ZCIT birichina continui a spostarsi verso sud, che succede il poveretto magari ci rimane dentro 4-5 giorni andando a passo di lumaca.
La casualità sta proprio li': ad un estremo se uno è in opposizione di fase con il "salto della zcit la passa velocissimo e magari non la nota, all'altro estremo se uno si trova ad accompagnare un eventuale movimento verso sud della zcit ci perde un sacco di giorni..
Quanto alla "previsione" dei salti della zcit, nessun organismo di previsione serio prova ad effettuarla.
Ecco come possono venire fuori dei grossi distacchi in modo del tutto casuale.
In crociera poi è ancora un'altra cosa -.)
In crociera poi è ancora un'altra cosa -.)
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16 nov 2012
Vendée Globe - Passaggio a Fisterra
***ultim'ora, il Comitato di regata ha protestato 8 barche per aver violato le regole per i Dispositivi di Separazione del Traffico. In particolare, si vedono barche che stanno andando in direzione opposta al traffico verso Nord, e barche che attraversano le corsie in modo tutt'altro che perpendicolare...***
Le barchine viola sono i concorrenti del Vendee Globe, mentre bordeggiano in poppa lungo il Dispositivo di Separazione del Traffico al largo di Cabo Finisterre
Le barchine viola sono i concorrenti del Vendee Globe, mentre bordeggiano in poppa lungo il Dispositivo di Separazione del Traffico al largo di Cabo Finisterre
immagine presa dal sito www.marinetraffic.com
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Catamarano affonda al largo del Marocco
Un catamarano francese è stato ritrovato rovesciato e spiaggiato vicino a Saidia, costa mediterranea del Marocco, un paio di giorni fa..
Su cinque persone di equipaggio, quattro sono decedute e una è dispersa.
Probabilmente a causa delle condizioni meteorologiche, nella notte fra lunedi' e martedi' ci sono state punte di 50nodi di Est.
http://www.france24.com/fr/20121113-deces-quatre-francais-naufrage-catamaran-maroc-voilier-mauvaises-conditions-meteo?ns_campaign=editorial&ns_source=RSS_public&ns_mchannel=RSS&ns_fee=0&ns_linkname=20121113_deces_quatre_francais_naufrage_catamaran_maroc
Partiti da Marsiglia, avevano in previsione una traversata verso il Brasile.
http://www.dolink.fr/node/688170
Sul forum STW viene riportato il direttore del marina di Saidia: "La barca è rovesciata, i quattro corpi erano all'interno, un'elica ha una pala rotta, l'altra elica ha una cima arrotolata attorno. L'autogonfiabile è intatto. La barca non mostra nessun segno di urto."
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15 nov 2012
Vendée Globe - e i pescatori
Le collisioni avvenute finora sono con le barche da pesca.
Questa carta mostra la densità di barche da pesca nell'Atlantico NE, che succederà quando passeranno dalle parti a sud di Capo Verde, dentro al circolo rosso?
fonte Luxspace
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14 nov 2012
Vendée Globe - "Porte" dei ghiacci
Dopo solo qualche giorno, già due barche sono entrate in collisione con dei pescherecci.
In sostanza sono punti reali (tipo isole) o virtuali, "waypoint lineari" che devono essere passati in un certo modo: due punti virtuali definiscono una linea messa per latitudine.
Hanno/non hanno l'AIS, hanno non hanno il radar, dormono non dormono, eccetera.
Siccome per fare il giro del mondo in quel modo uno più gira vicino all'antartide e più la fa corta, c'era stata proprio la tendenza a spingersi sempre più radenti Sud, entrando senza tanti complimenti nelle zone piene di iceberg alla deriva.
Gli organizzatori hanno quindi ideato un modo per evitare questi eccessi, le "porte" del ghiaccio.
Sul sito di voiles et voiliers c'è un servizio molto ben fatto su come funzionino le "porte" messe attorno all'Antartide.
http://www.voilesetvoiliers.com/course-regate/vendee-globe-2012-2013-decouvrez-le-parcours-et-ses-portes-des-glaces/
In sostanza sono punti reali (tipo isole) o virtuali, "waypoint lineari" che devono essere passati in un certo modo: due punti virtuali definiscono una linea messa per latitudine.
Ci sono anche delle "porte" che sono state imposte dalle Autorità australiane -responsabili della sicurezza marittima in quella zona- per evitare di dover andare a ripescare i naufraghi troppo lontano.
E' un sistema ingegnoso, a seconda delle analisi fatte via satellite, le porte possono essere spostate un po' più su o un po' più giù per ridurre il rischio di incontrare gli iceberg.
Per equità pero', una volta passato il primo concorrente poi non si puo' più toccare nulla, allora se c'è bisogno gli organizzatori mandano un messaggio a quelli che passano dopo per avvisarli se nel frattempo è sopravvenuto un pericolo.
La "porta" rimane nella stessa posizione, pero' vengono avvisati gli skipper: vedi Sam Davies nell'articolo ringrazia i tecnici perché ne ha proprio incrociato uno poco dopo che le avessero detto "occhio che c'è rischio".
Corollario, fra l'altro cosi' facendo la corsa ha una lunghezza diversa ad ogni edizione quindi a rigore i risultati non comparabili fra le varie edizioni, ma chiaro con le modifiche di rotta che fanno con il routing alla fine le differenze di percorso dovute al tempo sono molto più grandi di quelle dovute allo spostamento delle "porte".
http://www.voilesetvoiliers.com/course-regate/vendee-globe-2012-2013-decouvrez-le-parcours-et-ses-portes-des-glaces/
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6 nov 2012
Come aprire le ostriche "plates"
Visto che la pagina su come aprire le ostriche è -a parte la pagina principale- quella più visitata del nostro sitino
un "capitolo seguente" dedicato alle ostriche piatte, le "plates", ostriche derivanti dagli allevamenti della ria Belon, o quella di Merrien.
Hanno un gusto tutto particolare, molto più forte delle ostriche classiche "creuses", personalmente posso mangiare tre dozzine di creuses ma le plates sono talmente potenti che dopo mezza o una dozzina già mi ha riempito tutte le papille.
Gusto misto di alga e nocciola, dicono.
Se piacciono i gusti di mare, davvero da provare, magari sei ostriche piatte assieme a una dozzina di creuses, tanto per sentire la complementarietà dei gusti.
Come si aprono ?
*Non* bisogna assolutamente usare il metodo del messaggio sopra (per le ostriche "creuses"), la conchiglia delle ostriche piatte è molto più fragile quindi nella maggior parte dei casi si romperebbe, lasciando un ammasso di detriti nella conchiglia.
Le ostriche piatte appaiono cosi', conchiglia ad arco di cerchio con punta nella cerniera
piatte sono piatte... l'angolo acuto presenta un piccolo intacco
dove bisogna inserire il coltello, e cominciare a cercare di infilarlo fra le due conchiglie. Come per le ostriche creuses, *non* bisogna premere forte perché se il coltello scappa di mano è l'ospedale sicuro con mezza mano insanguinata
si inserisce il coltello nell'intacco e lo si ruota piano piano (sempre come se il coltello fosse la manopola del gas di un motorino), un po' alla volta si inserirà fra le due valve. Spingerlo dentro per circa mezzo, un centimetro.
poi ruotare il coltello di 90° per rompere la cerniera delle due valve
a questo punto cominciare a far scorrere il coltello verso il bordo frastagliato della conchiglia, tenendolo sempre aderente alla valva superiore.
Ad un certo punto si sentirà un po' di resistenza perché il coltello reciderà il muscolo che tiene l'ostrica chiusa
continuando sempre allo stesso modo, la parte superiore si staccherà, lasciando il mollusco nella parte (appena) concava
e buon appetito
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Branca branca branca !
29 ott 2012
Mistral nel golfo del Leone
Il grafico dei dati raccolti le ore scorse dalla boa oceanografica situata nel mezzo del golfo del Leone.
24 ore di vento medio superiore a 40 nodi, raffiche a 65+ nodi, altezza significativa delle onde 6-7m.
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22 ott 2012
Sostituzione ancora Rocna
Per i possessori di ancore Rocna, è abbastanza noto che durante un periodo fra 2009 e 2010 alcune ancore sono state costruite con un acciaio tecnicamente inferiore a quello pubblicizzato, risultato alcune ancore si sono piegate, eccetera.
Nel frattempo il produttore ha cambiato di mani ed è ora proprietà di CMP; CMP si è impegnato a sostituire tutte le ancore di qualità dubbia.
Se avete un'ancora costruita durante tale periodo e voleste vedere se è il caso di cambiarla, contattare il distributore con la data di acquisto, il distributore poi risalirà a CMP per verificare da quale blocco di produzione derivi l'ancora, se fosse una delle ancore dubbie verà sostituita gratuitamente.
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19 ott 2012
L'eta dell'oro delle carte nautiche
Per chi conta venire in viaggio a Parigi nei mesi prossimi.
Dal 23 ottobre al 27 gennaio 2013, la Biblioteca Nazionale Francese ospita una mostra sulle prime carte nautiche che sono state redatte, la prima detta "carta pisana" sembra risalire al 13° secolo.
Parmi les trésors de la Bibliothèque nationale de France, figurent des documents scientifiques d’exception dont la contemplation renvoie spontanément aux légendaires Grandes découvertes.
Il s’agit des cartes marines enluminées sur parchemin, souvent rehaussées d’or, appelées couramment « cartes portulans », de l’italien portolano (livre d’instructions nautiques). Ces cartes donnent la succession des ports le long des côtes, tandis que l’espace maritime est sillonné par des lignes qui correspondent aux directions de la boussole. Ce système graphique permettait aux marins de s’orienter et de faire le point, en reportant sur la carte la distance qu’ils estimaient avoir parcourue.
Le plus ancien portulan occidental connu serait de la fin du XIIIesiècle : c’est la fameuse « carte pisane », conservée au département des Cartes et plans. De ces premières cartes nautiques, seuls de rares vestiges ont survécu aux outrages du temps. Riche de cinq cents portulans, la BnF s’enorgueillit de posséder la plus grande collection au monde. Innovation technique, en même temps qu’objet de science et miroir de la quête d’un ailleurs, les « cartes portulans » s’imposent au regard contemporain comme de véritables oeuvres d’art dont le caractère spectaculaire tient autant à leur taille, souvent imposante, qu’à leur polychromie et à leur univers exotique.
À partir d’une sélection de deux cents pièces majeures – cartes, globes, instruments astronomiques, objets d’art et d’ethnographie, animaux naturalisés, dessins, estampes, tableaux et manuscrits, issus des collections de la BnF ou prêtés exceptionnellement par le Quai Branly, Guimet, le Louvre, les Arts et métiers, le Mobilier national ou le musée de la Marine, le Service historique de la Défense, la British Library, des institutions italiennes et des collections régionales –, l’exposition aborde plusieurs questions : les conditions de navigation et l’usage des cartes ; les découvertes de l’Afrique, de l’Asie, des Amériques et du Pacifique et les rivalités entre les puissances maritimes, la circulation des savoirs géographiques entre océan Indien et Méditerranée ; la création et la diffusion d’une iconographie des Nouveaux Mondes avec leurs paysages, leurs peuples, leurs mœurs, leur faune et leur flore.
À partir d’une sélection de deux cents pièces majeures – cartes, globes, instruments astronomiques, objets d’art et d’ethnographie, animaux naturalisés, dessins, estampes, tableaux et manuscrits, issus des collections de la BnF ou prêtés exceptionnellement par le Quai Branly, Guimet, le Louvre, les Arts et métiers, le Mobilier national ou le musée de la Marine, le Service historique de la Défense, la British Library, des institutions italiennes et des collections régionales –, l’exposition aborde plusieurs questions : les conditions de navigation et l’usage des cartes ; les découvertes de l’Afrique, de l’Asie, des Amériques et du Pacifique et les rivalités entre les puissances maritimes, la circulation des savoirs géographiques entre océan Indien et Méditerranée ; la création et la diffusion d’une iconographie des Nouveaux Mondes avec leurs paysages, leurs peuples, leurs mœurs, leur faune et leur flore.
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16 ott 2012
25 anni dopo il 15 ottobre 1987
Nella notte fra il 15 e 16 ottobre un uragano ha spazzato la Bretanga e poi la costa sud UK, causando la morte di un gran numero di persone e la distruzione ovunque.
In porti abituati a sopportare forza 9-10, questo uragano è stato troppo potente.
E' stato probabilmente il fenomeno meteorologico più violento mai registrato.
A partire dal minuto 8:00 gli effetti sui porti, Lorient, Concarneau, St Cast...
Altre foto impressionanti qui
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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10 ott 2012
Brancaleone in "hivernage"
Bon, deciso, domani comincio a preparare la barca per tirarla fuori dall'acqua per l'inverno, alaggio previsto per martedi' pomeriggio con le grosse maree.
Come cercare di mettere a riposo un cavallo con il quale si è fatto un galoppo memorabile.
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5 ott 2012
E il RIPAM per i corridori
***Ultim'ora: emesso un mandato d'arresto perché non si è presentato in Tribunale***
Non doveva partecipare alla Vendée Gloibe ?
http://www.yachtingmonthly.com/news/532796/arrest-warrant-issued-for-french-skipper
Guillemot è sotto inchiesta per aver transitato a più riprese a "controsenso" nella zone di separazione del traffico di Dover.
Non doveva partecipare alla Vendée Gloibe ?
http://www.yachtingmonthly.com/news/532796/arrest-warrant-issued-for-french-skipper
Guillemot è sotto inchiesta per aver transitato a più riprese a "controsenso" nella zone di separazione del traffico di Dover.
Stava tentando il record del giro della Gran Bretagna e ha pensato bene di prendere una scorciatoia...
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2 ott 2012
RIPAM sino-nipponico
Il Regolamento Internazionale per Prevedere gli Abbordi in Mare liberamente interpretato da cinesi e giapponesi, al largo delle isole contese.
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28 set 2012
Salire in testa d'albero da soli
Per rispondere a Dino: come salire sull'albero da soli.
qui si vede meglio la differenza fra mano destra e sinistra. Quando si mette la maniglia sulla cima, questa si muove solo in un senso, verso l'alto.
**Aggiunta**
Su hisse et oh, a questo indirizzo, c'è un modo diverso di agganciarsi alla maniglia con l'imbrago che non sembra male
http://www.hisse-et-oh.com/articles/888-monter-au-mat
Per ora solo figure e parole, cerchero' di aggiungere un video la prossima volta che vado in barca.
PREMESSA: ***Sia chiaro io non ho nessunissima pratica di alpinismo e questo puo' essere un metodo pericolosissimo, ognuno lo prova a suo rischio e pericolo****.
Personalmente l'ho usato varie decine di volte e sono ancora qui.
Materiale necessario
Un imbrago da alpinismo/speleologia tipo questo
e due maniglie da ascensione come queste, ne servono due, una per la mano destra e una per la sinistra.
qui si vede meglio la differenza fra mano destra e sinistra. Quando si mette la maniglia sulla cima, questa si muove solo in un senso, verso l'alto.
Serve poi un moschettone da alpinismo.
Supponiamo che uno sia destro, cioè gamba destra e mano destra primari.
SI attacca il moschettone da alpinismo al buco inferiore della maniglia sinistra (quella blu nella foto qui sopra), e si attacca il moschettone all'anello centrale dell'imbrago (quello verdolino nella foto sopra): la maniglia quindi è attaccata all'imbrago.
Poi si prende un paio di metri di cima e si fa una specie di gradino come questo qui sotto (questo è regolabile ma una volta che si son prese le misure col proprio corpo non c'è bisogno di regolare più niente). Si attacca la cima all'anello inferiore della maniglia destra, in modo che lo scalino sia all'incirca 1m - 1.2m sotto alla maniglia.
Ora si prende una drizza di diametro sufficiente (le maniglie mi sembra vadano bene fra 8 e 13mm), ci si attacca la maniglia destra (quella col gradino) e al di sotto della maniglia destra la maniglia sinistra. La si puo' lasciare penzoloni oppure la si puo' rizzare parallela all'albero.
Poi si prende una seconda drizza di soccorso e la si attacca all'imbrago, la si lascia a qualcuno sotto che la recuperi mano a mano che si sale (se c'è qualcun altro, altrimenti ciccia); la persona sotto non deve fare nessuno sforzo.
Si sale in due fasi:
1. Si fa scorrere la maniglia destra (gradino) in alto. Si spinge col piede sul gradino, quindi si comincia ad alzarsi: man mano che si sale si fa scorrere la maniglia sinistra (quella dell'imbrago) lungo la drizza fino a portarla vicino alla maniglia destra
2. Si toglie la spinta dal piede destro, il corpo si riabbassa appena e viene sostenuto dalla maniglia sinistra dell'imbrago. La maniglia destra del gradino è quindi libera di muoversi, la si puo' far scorrere in alto una seconda volta --> si torna al punto 1.
Si manda su lo scalino, ci si spinge su con la gamba, ci si appende alla maniglia dell'imbrago, si rimanda su lo scalino.
Durante la traversata, a 5-600 miglia dalle Azzorre ho fatto la stupidata di lasciar partir via la drizza della randa, che svolazzando qua e là si è incastrata a livello delle crocette alte: dalla testa d'albero passava verso prua nel triangolo albero/sartia alta, girava attorno al riflettore e al fdaro di coperta, poi ripassava nel triangolo albero/sartia alta per tornare giù. (Ero riuscito acrobaticamente a recuperarne l'estremità utilizzando una seconda drizza e avvoltolandole insieme).
Bon, almeno non svolacchiava più, pero' sempre inutilizzabile. C'era parecchio vento quindi non è che mancasse tela.
Il giorno dopo il vento mollava un po', piano d'azione: mi dico quando arriva a 15 nodi salgo. Fino a 16 nodi tutto contento evviva sono ancora 16 non devo salire, a 15 beh andiamo.
Insomma sono salito fino alle crocette alte e ho liberato quella maledetta drizza.
Se uno fosse in bisogno, dopo un po' di prove quel che ho trovato di meglio:
1. Mettere la barca in poppa piena alle onde (c'era una bella onda lunga), a me è venuto un gran lasco di vento; genoa semicazzato per non beccarsi troppe sberle. Senza illusioni, lo sbatacchiamento lo si becca comunque, magari un po' di meno
2.Timone elettrico su massima sensibilità, che tenga la barca li' diritta il più possibile
3. Imbottirsi di vestiti quanto più possibile, due paia di pantaloni, tre maglioncini, stivali, se uno ce l'ha anche un caschetto, già alla prima crocetta si diventa una pallacorda, si beccano botte dappertutto, più si ammortizza meglio è; se non sono d'ingombro per quel che si deve fare in alto, anche i guanti, quando la barca oscilla ci si aggrappa immediatamente a sartie cavi e tutto quel che c'è a portata, e se il corpo già è partito le mani si prendono una bella risuolata
4.salire con lo sguardo verso poppa, in modo da vedere le onde: quando si vede li gruppo di ondone che arriva fermarsi e agganciarsi all'albero come una morsa e aspettare
5. La cima per salire tesissima, anche se boh comunque ci si fa sbattere
6. ricordarsi di respirare , andando su avevo talmente il cuore in gola che a momenti mi dimenticavo
7. fare in fretta: arrivato su uno si dice oh il panorama, oh l'oceano, oh che bello quassù, oh guarda qui e guarda là, poi l'albero ci sbatacchia un po' e si capisce di dover riscendere in fretta
Come cima di sicurezza, ho passato una cima dall'imbrago cinturando l'albero, al limite mi avrebbe fermato alla prima crocetta.
**Aggiunta**
Su hisse et oh, a questo indirizzo, c'è un modo diverso di agganciarsi alla maniglia con l'imbrago che non sembra male
http://www.hisse-et-oh.com/articles/888-monter-au-mat
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
Branca branca branca !
25 set 2012
Ancora Nadine
I giorni passano e il ciclone tropicale Nadine continua a errare in mezzo all'Atlantico, dalle parti delle Azzorre.
SI indebolisce, poi si rafforza di nuovo, poi riparte a destra, poi a sinistra...
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
Branca branca branca !
21 set 2012
Azzorre - Lorient: foto
Qualche foto
La partenza da Horta (grazie a Elena per la foto)
Incontro con dei capodogli
Questo soffia, "thar' she blowwwws"
Pesca miracolosa
segue pesca miracolosa (non è che abbiam preso il pesce sopra e l'abbiamo girato nell'altro verso, è proprio un secondo pesce)
pesca molto meno miracolosa di un gabbiano deficiente
navigazione all'antica, con sestante...
...e carte di carta
conseguenza della pesca miracolosa
altra conseguenza della pesca miracolosa
conseguenza ematica della pesca miracolosa
tramonto ?
qui sembra quasi che andiamo veloci
Fabio ha deciso di svuotare l'Atlantico di metà della sua fauna quindi poco prima di arrivare toh:
Arrivo nella rada di Lorient
questa non c'entra niente ma era li', le figlie fanno la giostra a Horta (Dino hai visto che chapéu de vaqueiro legal ? )
La partenza da Horta (grazie a Elena per la foto)
Incontro con dei capodogli
Questo soffia, "thar' she blowwwws"
Pesca miracolosa
segue pesca miracolosa (non è che abbiam preso il pesce sopra e l'abbiamo girato nell'altro verso, è proprio un secondo pesce)
pesca molto meno miracolosa di un gabbiano deficiente
navigazione all'antica, con sestante...
...e carte di carta
conseguenza della pesca miracolosa
altra conseguenza della pesca miracolosa
conseguenza ematica della pesca miracolosa
tramonto ?
qui sembra quasi che andiamo veloci
Fabio ha deciso di svuotare l'Atlantico di metà della sua fauna quindi poco prima di arrivare toh:
Arrivo nella rada di Lorient
questa non c'entra niente ma era li', le figlie fanno la giostra a Horta (Dino hai visto che chapéu de vaqueiro legal ? )
Ite anco voi sanza meta, ma da un'altra parte:
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