Già, navigare, verso dove...
Non si sa, o meglio l'idea è molto molto vaga. Meglio ancora, c'è qualcosa che ronza in testa ma come la vita ci ha mostrato, varie volte bisogna fare i conti con gli imprevisti, spesso brutali. Quindi nessun proclama.
C'è anche una componente estetica, lo ammetto: si legge spesso "La Barca" - "L'Equipaggio" - "Il Progetto" ecc... Manca solo "Definizione degli obiettivi" e "Allocazione delle risorse" e si sarebbe pronti per un corso di economia aziendale. Per carità.
Ci riavviciniamo al piacere del dubbio, dell'incertezza, troppo spesso tralasciati quando si parla di scelte, di libertà.
Probabilmente la sola certezza che c'è è di voler provare un tipo di vita diversa, un'esperienza (molto) differente rispetto a quanto abbiamo fatto finora, cioè vita di città, qualche bel viaggio per tirare il fiato ogni tanto, poi di nuovo vita di città. Interessante certo, assolutamente nessun rimpianto, ma forse è il momento di provare qualcos'altro.
Insomma, prendiamo le cose per gradi, un passetto alla volta, e vediamo cosa succede man mano che sperimentiamo un'esistenza sull'acqua. Le reazioni a livello individuale possono essere le più diverse, ci si abitua, non ci si abitua, piace, non piace; poi comunque si modificano anche le relazioni familiari, un conto è vivere in città vedendosi due ore per cena (il che significa "ci si vede poco", ma anche "ognuno ha un po' di spazio personale"), un conto stare assieme 24/24 in uno spazio ridottissimo. Già l'immagino, lotta all'ultimo sangue per lo spazio vitale fra i miei arnesi e le creme solari di mia moglie. Lotta inutile, poi tanto arrivano le figlie, buttano arnesi e creme in mare e riempiono tutto coi loro giocattoli, tanto per mostrare chi comanda.
Insomma nessuna certezza, solo la coscienza che tante cose cambieranno. Poi vedremo in che senso.
L'idea -molto vaga- a breve termine sarebbe: io parto verso giugno 2009 per traversare il golfo di Biscaglia da Lorient verso A Coruña, in Galizia nell'angolo NW della Spagna. Qualche giorno di crocierina li', poi andare verso Fisterra-Finisterre e le Rias Bajas (Muros, Pontevedra, Vigo, Arosa, ecc.). Li' arriverebbe Daph con le bambine, ci faremmo un mesetto circa di crociera nelle Rias, dicono siano come la Bretagna con meno pioggia e cinque gradi in più: chissà che non troviamo davvero il paradiso... (hmmm, anche se un posto per navigare più bello di qui ancora lo devo vedere).
Dopodiché Daph + figlie tornerebbero, io continuo verso sud, pianin pianino (oddio con i venti che ci sono -tutto un N-NW da 5-6Bft- andar tanto piano non è che ci si riesca facilmente) lungo la costa del Portogallo: Oporto, Lisboa. Forse qualche persona di equipaggio che viene e che va.
Poi Cabo São Vicente, girare verso est, costa dell'Algarve e risalire la Guadiana (il fiume che fa da frontiera fra Spagna e Portogallo). Rivenir giù, sempre verso est magari arrivare a Cadiz, ma comunque rimanere sempre in Atlantico: l'idea sarebbe poi di risalire il Guadalquivir fino a Sevilla, dove ci sono un paio di marina nei quali potremmo lasciare la barca per l'inverno. Insomma mettere quattro mesi a fare un percorso che si potrebbe fare in una settimana, oh che bellezza.
A quel punto se ci siamo stufati o se abbiamo visto che non fa per noi, l'anno dopo si torna sù.
Se invece dovessimo aver voglia di continuare, io poi farei qualche andata e ritorno con Parigi per effettuare ulteriori modifiche alla barca. Aprile maggio 2010 (magari dopo un salto a Madeira?) la barca continuerebbe verso sud, a quel punto con tutta la famiglia a bordo in permanenza.
Perché la sosta in Spagna ? Perché Tea è ancora molto piccola, nonostante tecnicamente ci siano neonati che a tre mesi vanno a Capo Horn, abbiamo fatto una scelta diversa. Innanzitutto per carità andare a Capo Horn, già preso tropp'acqua e freddo qui. Poi sempre per parlare, nel 2010 Tea avrebbe tre anni, dovrebbe aver passato tutte le malattie infantili, mangerebbe praticamente le stesse cose dei grandi, soprattutto dovrebbe aver smesso con i pannolini (provate a dimenticare nel gavone di poppa al sole un sacchetto di pannolini sporchi poi se ne riparla). Bora dal canto suo avrebbe sei anni, potrebbe approfittare già di più del giro, viverlo in modo più partecipativo; comincerebbe la scuola dell'obbligo con il CNED -una struttura ufficiale francese di educazione a distanza.
Queste per ora le idee di partenza, vedremo poi come le cose evolveranno nella realtà.
1 feb 2009
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2 commenti:
trovare "il primo messaggio di febbraio" non e' stato facile, ma ne è valsa la pena.
grazie rob.
noi qui invece abbiamo parcheggiato l'idea di barca (almeno quella che avevo io) e stiamo temrinnando la ristrutturazione di una casa che ci ha preso tutto, ma siamo felici. Vedremo poi come le cose evolveranno.....
bene! anche i piccini con cazzuola e secchiellino immagino -.;)
un abbraccio a tutti
r
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