Traversata dello stretto da nord a sud, tanto per fare qualcosa di originale.
Partiamo da Barbate a HW-3h, quasi nulla vento, prime miglia tranquille, solo passare attorno a una gran tonnara.
Passiamo Capo Trafalgar, Nelson che invia il messaggio "Engage the enemy more closely".
Cerchiamo di rispettare le regole e issiamo udite udite il cono da motorsailing!
Siamo giusto al limite occidentale della zona di separazione del traffico. Si comincia a vedere il traffico, la prima corsia che si incontra è quella uscente, qualche rilevamento, un paio di cambiamento di rotta e hop saltiamo giusto dietro un gigantone, prima che arrivi quello successivo.
QUalche miglia di tranquillità, poi la corsia entrante, idem sgattaioliamo fra due navi.
Formalità e cortesia:
Appare il minareto di Tangeri.
Si alza un po' il ponente, continuiamo di sola randa a 7 nodi, vai camion!
Entriamo in porto, tiriamo giù tutto, andiamo avanti piano piano verso il "Royal yacht club de Tanger".
La prima persona ci dice che evidentemente non c'è posto.
Poi arriva un altro e invece il posto c'è, una specie di quarta fila oltre la fine del pontile: caliamo l'ancora e poppa in banchina, oddio banchina..
Per fortuna c'è un cartello che detta legge:
... beh, vorrebbe dettar legge, il Branca è in buona compagnia di sardinieri e tonnieri
Qualche miglio e si è cambiato davvero continente.
I nostri vicini sono uno spettacolo: tutte barche ferme qui da chissà quanto.
Un caicco battente bandiera svedese, il capitano è turco, capelli bianchi lunghi un braccio e barba altrettanto, una specie di treccia-ciuffo che gli spunta verticale dal mezzo della testa. Zona bar del caicco almeno dieci bottiglie di superalcoolici testa all'ingiù, come nei veri bar. Due barboncini bianchi che fan subito strillare di gioia le bambine.
Barca dopo: un motoryacht enorme (facile 20-22m), praticamente nuovo fiammante, tutto il ponte intermedio è racchiuso da una rete metallica, che praticamente fa il giro della coperta.
Dentro, un sacco di piante tropicali, poi scopriamo il perché della rete: la seminave è stata trasformata in voliera, è pieno di pappagalli verdi, uccelli del paradiso, colombi e chissà che altro, al tramonto un baccano della miseria. Un ponte intero della barca -che ne ha tre- tutto per i volatili. A bordo due ragazze che penso facciano da hostess, ma soprattutto puliscano ogni tanto dentro, distributrici stipendiate di miglio. Barca inglese, quando si dice estravaganza.
Poi un bavaria in semiabbandono.
Tangeri è sempre Tangeri, o la si odia o la si ama.
C'ero venuto via terra quindici venti anni fa, in pellegrinaggio volevo incontrare Paul Bowles ma poi mi hanno detto che era già morto. Burroughs che scrive il Naked lunch nell'Hotel Fuentes (credo), Matisse e Delacroix al buio per dipingere, le feste dell'ereditiera Singer, Truman Capote, Genet, Kerouac e Ginsberg in visita, mia madre che dice col sorrisino "possibile che tu legga solo autori alcoolizzati, drogati, suicidati..." . L'hotel El Minzah dov'ero sceso all'inizio, poi subito cambiato con la fatiscenza dell'hotel Continental dove hanno girato The sheltering sky - un tè nel deserto, e la terrazza su tutta la baia.
La medina dove convivono veli e minigonne, arabi ebrei bianchi e neri, le scritte dei vecchi caffè in spagnolo, francese, inglese, ricordi di quando era zona internazionale, altro che Bogart e Casablanca.
Pomeriggio, torniamo e troviamo un'altra barca affiancata a noi, "Nuage" di Tolone, una coppia molto cordiale, a bordo una seconda coppia pero' siccome lei è di Mauritius non le hanno dato il visto e non puo' uscire dal recinto portuario, colmo della sfortuna è miope e non puo' neanche fare turismo col binocolo. Poi scopriamo che si sono trovati tutti assieme tramite un sito di ricerca di equipaggio, eh beh sembra funzionare proprio bene.
Tardo pomeriggio, le previsioni spagnole danno levante 6-7 per domani (meteo france rincara a 8) e il porto è abbastanza aperto, ci dicono che è meglio spostarci e inizia la danza.
Danza davvero: dieci impiegati del porto sul pontile che annuiscono silenziosi alle istruzioni del loro capo, tipo serio che sa il fatto suo, il turco del caicco accanto che mette la musica a palla e comincia a ballare cantando a squarciagola e roteando la testa assieme alla coda di capelli (ps il turco ha una sessantina d'anni), gli uccelli della voliera che buttan su un baccano peggio del turco, Pierre il nostro vicino francese che poveretto ha una barca che in retromarcia ha delle idee molto chiare e indipendenti sulla direzione da prendere, ri-ancora ma la barca comincia a far da trottola, un peschereccio suona il corno perché si è stufato di aspettare di poter uscire, il turco rilancia con millanta watt di impianto stereo: tutti ridono, anche il povero Pierre. Mai vista una roba simile, si dice Tangeri forse.
Alla fine gli diamo una cima e lo tonneggiamo dalla nostra barca, poi a fianco del caicco.
Poi è il nostro turno: il capo del porto dice andate fra la barca francese e il caicco. Eh, come no, c'è circa mezzo metro di spazio. "Pas de problème capitaine" c'entrate, c'entrate. Se lo dice lui...
E alla fine chiaramente aveva ragione, riusciamo a entrare, il turco accanto che incita battendo a ritmo le mani "go back captain, go back full steam"... ehm, si vado back, fammi andar piano pero' va.
Il capo del porto chiede: un coltello, un coltello!
Gli danno un coltello e trancia secco le cime d'ormeggio di una barca accanto fatte di cima agricola, la sposta e ci rimette un altro pezzo di cima agricola. Voilà, c'è davvero posto per tutti.
Tiriamo addirittura fuori la passerella, il muezzin invita alla preghiera, oltre al turco anche gli uccelli fanno silenzio, sorrisi e strette di mano fra tutti. Insh'Allah.
Lo stretto di Gibilterra, visto da Tangeri
Un videino sul bimini, non posso non metterlo ne sono fierissimo ah ah ah
24 lug 2010
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3 commenti:
Sei uno scrittore, anzi no, un poeta!
Mi vergogno profondamente dei miei... messaggi, anzi chiamarli così è pure troppo :-(
Apprest!!
siete bellissimi, come sempre!
metto sempre le figlie in avanti, sembra funzioni ah ah ah
ciao !
r
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