31 dic 2009
Idee di percorso
- maggio giugno nella costa atlantica SW spagnola e portoghese; eventualmente cominciare discesa lungo la costa del marocco
- luglio scendere giù lungo il marocco, eventualmente passando da Madeira,
- fine luglio, agosto (inizio settembre?) alle Canarias, molto probabilmente riporteremo le bambine in Italia per due tre settimane con i nonni
- settembre ottobre canarias - cabo verde (se passa l'epidemia di dengue che c'è ora, ma insomma dovrebbe), oppure meglio Canarias - Senegal
- novembre, dicembre, gennaio sempre Africa continentale, compatibilmente con le situazioni locali, sarà da vedere li' per li' cos'è possibile e cosa è ragionevole. Climaticamente massimo massimo attraversare a marzo;
- Traversata verso Salvador.
Arrivati in Brasile, il cronometro comincia a muoversi: la barca puo' restare due anni ma le persone solo massimo sei mesi di tempo (tre rinnovabili una volta), dopodiché devono uscire e non tornare prima di altri sei mesi. A parte lo sposarsi con un/una brasiliano/a, praticamente il solo modo per restare di più è il visto permanente da investitore, è fattibile ma sensato solo se uno vuole proprio rimanere a lungo, il che per ora è un bel punto interrogativo, fa parte dei dubbi con i quali partiamo e che speriamo di dissipare man mano che si va avanti.
Senza visto permanente, tante opzioni: tornare pro tempore in Europa; scendere giù e invernare in Argentina / Uruguay comunque dove faccia meno freddo possibile, dovrebbe essere l'estate australe quindi forse fattibile, in più Bora potrebbe andare in una scuola non galleggiante; portare la barca a Trinidad, pero' si sarebbe ancora in stagione ciclonica per qualche mese, e poi voglia di andare ai Caraibi molto poca. Altra eventualità il rientro definitivo di tutti in Europa, a quel punto prima torna una parte della famiglia in un gran 747 poi quando è possibile io riporto la barca sù.
Quando si dice poche idee ma ben confuse.
30 dic 2009
Vaccinazioni
febbre gialla, meningite, epatite A, epatite C, tifoide, tetano, all'istituto Pasteur hanno una specie di guida gigantesca delle punture necessarie
aggiungi lariam o terapie antimalariche varie
Faremo una listina più precisa quando avremo visto il medico tropicalista. I tropici cominciano dal medico, awh mio diiiio.
28 dic 2009
Auguri
Scuse per gli aggiornamenti molto sporadici, ce ne saranno di più man mano che ci si avvicina ad aprile maggio.
1 dic 2009
Sempre i ponti
Costruito in Finlandia, è alto 72m sull'acqua, per uscire dal Baltico doveva passare sotto un ponte di 65m di altezza, per questo gli hanno messo un fumaiolo telescopico che riduce l'altezza a 64.75m.
Il capitano è passato a bassa marea verso mezzanotte, velocità dixit di 20nodi, dal video sembra di meno, ma è lungo 360m e passa in una trentina di secondi quindi siamo li'; macchine avanti tutta (140000 cavalli) giusto prima del ponte per far affondare la nave temporaneamente di qualche decimetro supplementare, una sgassata insomma.
Manico ?
Qui c'è un video incredibile
http://www.vg.no/reise/artikkel.php?artid=584701
18 nov 2009
Naufragio
A parte la musica strappalacrime, fa comunque venire un nodo in gola.
10 nov 2009
Abeille Flandre
Sulla costa Atlantica adesso c'è l'Abeille Bourbon, 80m e 21000 cavalli, un fuscellino
30 ott 2009
STIX, l'indice di marinità
L'apprezzamento delle capacità marine di una barca è un tema ancora abbastanza controverso, il cui trattamento analitico è ancora allo stato embrionale.
Si parla spesso di stabilità: una barca stabile (checché ciò possa significare) è intuitivamente considerata più marina di una barca che non sia stabile per niente. Se una barca non è capace di restare o ritornare diritta, non serve a granché.
Per cercare di quantificare meglio l'idea di stabilità, e per prendere in considerazione anche altri elementi che contribuiscono al comportamento marino di una barca, si è sviluppato un indice chiamato STIX.
E' molto probabile che una volta introdotto tale indice sarà alla base dell'attribuzione di una categoria di navigazione a una data barca. Per il momento si è orientati verso tali valori limite: Categoria A--> 32; Cat. B -->23; Cat. C -->14; Cat D -->5
La formula dell'indice prende in considerazione più fattori che contribuiscono al comportamento marino di una barca, ecco un'idea della logica dietro ad ognuno di essi.
Il più importante è le lunghezza della barca. Uno stato del mare determinato sarà relativamente più piccolo per una barca più grande, gli effetti delle onde saranno più importanti su una barca più piccola. Inoltre, siccome la stabilità aumenta con potenza 4 della lunghezza, una barca più lunga sarà relativamente -molto- più stabile di una barca più corta (ecco fra l'altro perché le barche più lunghe sono relativamente più strette di quelle corte).
In seguito, vi è tutta una serie di fattori moltiplicativi, il cui valore varia fra 0.4 e 1.5. Sono tutti valori *abbastanza* adimensionali, che privilegiano un comportamento medio e penalizzano gli estremi.
Rapporto dislocamento/lunghezza: la regola considera che una barca eccessivamente leggera è più difficilmente controllabile, quindi meno marina, e che una barca eccessivamente pesante oppone molta resistenza agli elementi, quindi meno marina.
Rapporto dislocamento/larghezza: si considera che una grande larghezza associata a un dislocamento leggero aumenta il rischio di scuffia (vedi Rapporto Fastnet) e rende la barca più stabile una volta rovesciata; un fattore troppo piccolo (esempio una barca stretta e pesante) è ugualmente penalizzante perché si considera che la stabilità di forma sia insufficiente.
Raddrizzamento, due elementi.
Un primo fattore misura la capacità della barca a raddrizzarsi da una posizione di inversione a 180 gradi.
Un secondo fattore misura la capacità della barca a raddrizzarsi da una posizione di scuffia a 90 gradi con le vele piene d'acqua.
Stabilità dinamica: tale fattore dipende dall'energia necessaria al vento e alle onde per far sbandare la barca fino all'angolo di stabilità nulla (matematicamente, l'integrale della parte positiva della curva di stabilità); la presenza di aperture nello scafo/coperta che permettano l'ingresso di acqua all'interno è ugualmente considerata come penalizzante.
Il rischio di inondazione è considerato da un altro fattore che misura la possibilità che l'acqua entri nella barca a causa di un'azione del vento tale da sbandare la barca di 90 gradi.
E' interessante notare come tutti i fattori entrino in un calcolo "medio", nel senso che l'importanza di un singolo fattore è ridotta a vantaggio di un apprezzamento medio, generale delle caratteristiche della barca.
Alla maggior parte dei fattori moltiplicativi vengono applicati dei limiti massimi e minimi, fra 0.4 e 1.5 per la maggior parte di essi: se per esempio il calcolo di un fattore desse un valore di 1.8, sarebbe soltanto 1.5 a essere preso nel calcolo finale, in modo da scoraggiare gli estremi.
Naturalmente è il Comitato redattore della formula dello Stix che ha dato il suo apprezzamento sull'importanza relativa dei vari fattori.
Al risultato finale della moltiplicazione, si aggiunge 5 (cifra uguale per qualsiasi barca) se la barca completamente riempita d'acqua presenta ancora una riserva di galleggiamento e una stabilità positiva a 90 gradi. Il premio all'inaffondabilità...
28 ott 2009
Timbri, nord e sud
Scontro frontale tra civiltà diverse, fra nord e sud, fra anglosassoni e latini, il timbro rappresenta tutto.
Noi (Italia Francia una faccia una razza, anche se in origine erano greci) viviamo nell'ufficialità formale, nel valore della carta (alla carta da bollo penso non ci siano arrivati neanche i francesi), del documento, del certificato, della fotocopia giurata.
Gli altri nella dichiarazione individuale fatta li' per li', nell'abitudine a una presenza della burocrazia 1000 volte inferiore rispetto a noi.
Quindi quando un inglese vuole venire in contatto con la differenza del "sud" ogni tanto cerca di premunirsi.
Tipo farsi un timbro con nome e caratteristiche della barca, da apporre nei vari uffici dei porti stranieri.
Traduco con qualche libertà alcune delle frasi lette.
"Assolutamente, un timbro con i dati della barca fa meraviglie. Ne ho fatto uno con gli stesis riquadri e la stessa dimensione di quelli dell'Immigrazione, gli ho addirittura messo un inchiostro rosso e ha un effetto strepitoso"
"Incredibile come una cosa semplice come un timbro possa semplificare le cose in cosi' tanti posti. Suggerirei un timbro datario magari ovale con il nome della barca sopra e il numero di immatricolazione sotto. Per renderlo completamente ufficiale basta timbrare il foglio e poi firmare di traverso sopra all'impronta del timbro. Ricordo una volta in Polonia per pagare il conto in un hotel prima della caduta dell'impero del male, i vari adetti alla reception hanno fatto ognuno un uso giudizioso dei timbri a loro disposizione, l'ultimo ha infilato le mani in un cassetto tirando fuori tutta la riserva di timbri disponibili, sparpagliandoli sul bancone prima di procedere alla scelta oculata dei timbri necessari al mio caso. In ogni caso ha funzionato perché nessuno mi ha fatto problemi quando ho dovuto ri-cambiare la divisa locale in sterline"
"I timbri possono anche essere usati come ex-libris per i libri di bordo. Un'allusione discreta a chi il libro debba essere restituito"
"Bell'idea quella dei timbri, per ristablire un po' l'equilibrio di poteri fra navigatori e autorità locali. Meglio non pensare pero' alla successiva barca che si presenterà al controllo: Dov'è il vostro Timbro Ufficiale?
Che timbro?
Arresto immediato."
"Quando vivevo in Germania -che dev'essere il regno dei timbri- ho scoperto che i timbri rotondi battono regolarmente i timbri rettangolari. Quando uno voleva farsi un timbro doveva produrre evidenza documentaria della legittimità della richiesta, in particolare per un timbro rotondo. Particolarmente attraenti sono quei gran timbri che stampano una specie di modulo gigante nel centro della pagina, che deve essere poi riempito da timbri di dimensioni più piccole"
L'originale è qui
http://www.ybw.com/forums/showthread.php?t=217998
Esperienza personale, il nostro amico inglese Huw, in previsione del matrimonio con l'italianissima Rossella, ha dovuto produrre il certificato di battesimo e cresima. Andato nella parrocchia dove era nato, l'ha chiesto al parroco: il parroco ha tirato giù un gran librone dell'anno 1967 e ha ritrovato il tutto.
Basta una fotocopia?
Eh seh...
Allora che devo fare?
Ha ricopiato tutto a mano, ci ha messo un po' di firme sotto a destra e sinistra, ha colato un po' di ceralacca e ci ha appoggiato l'anello con lo stemma del Club locale.
Oplà.
27 ott 2009
Rande a trapezio
Ho preso due vele della stessa superficie, una triangolare pura (P=20m, E=5m), una invece con P=20m, E= 3.5m e "corno"=1.5m; probabilmente esagerato ma giusto per evidenziare meglio gli effetti.
Le ho divise in tre fette orizzontali (tagliando parallelamente al boma ogni P/terzi), poi calcolate le superfici delle tre fette.
Facendo l'ipotesi di un vento standard a 10m di altezza = 10m/s (tanto per fare cifra tonda), derivate poi le velocità del vento a 5m e 15m in due casi:
Aria stabile (maggiore gradiente di velocità verticale)
Aria instabile (gradiente inferiore).
Calcolate le forze propulsive delle tre fette di ogni vela, poi addizionate.
Forze totali
Vela triangolare
Aria stabile -> 3890
Aria instabile -> 4496
Vela corno
Aria stabile -> 4406
Aria instabile -> 4738
Costatazioni - le due vele hanno la stessa superficie
1.La vela a corno spinge sempre di più; in particolare in aria stabile stravince fornendo il 13% di forza propulsiva in più, che è molto.
In aria instabile la differenza si riduce (4738/4496=5.3%), dato che ho considerato una vela triangolare grezza, una full batten ben allunata forse riesce a ridurre di qualcosa la differenza rispetto alla fat head, che comunque rimane più performante.
2. La fat head (fra un po' finisco i nomi e non so più come chiamarla) risente relativamente di meno della differenza fra un gradiente verticale di velocità del vento pronunciato oppure no: 4738/4406=7.5%
Se si guarda invece la differenza fra la forma teorica che minimizza la resistenza indotta e forma triangolare o trapezoidale:
1.con una vela triangolare si ha un incremento della *resistenza* di circa il 4%
2.con un corno lungo circa un terzo del boma (taper ratio circa 0.35) si ha un incremento della resistenza dell'1% circa.
Una vela triangolare ha quindi circa il 3% in più di resistenza rispetto a una full head.
Il buffo è che avere una vela triangolare oppure una vela perfettamente rettangolare (corno=boma) conduce essenzialmente allo stesso incremento di resistenza.
Dato che l'ordine di grandezza della forza totale (usata sopra) è comunque superiore a quello della resistenza, penso si possa dire che la maggior portanza determinata da una vela full head dipenda relativamente molto di più dal gradiente verticale di velocità del vento rispetto alla forma maggiormente simil-ellittica (che essenzialmente causa una riduzione nella resistenza più che un aumento nella forza prodotta).
20 ott 2009
Le "barche che navigano"
Siccome il tema mi interessava, questa estate ho fatto una bella rilevazione statistica.
Il fatto di navigare pianin pianino ci ha fatto incontrare tutta la gente che in media aveva più fretta di noi, praticamente tutti ah ah ah, e quindi abbiamo preso nota delle barche che abbiamo visto.
La Galizia e il Portogallo sono zone di passaggio, a parte le barche spagnole e portoghesi che rimangono essenzialmente in zona, il resto è tutta gente che o da nord va a sud o viceversa.
I due grandi flussi sono le barche di Paesi del nord (UK, Germania, Svezia, Olanda, Francia, Norvegia, ecc) che sono in transito per la traversata dell'atlantico, il giro del mondo o il mediterraneo, o le stesse che stanno rientrando verso i porti di origine dopo aver fatto i loro giri (atlantico, girotondo o mediterraneo).
Ci si aggiungono poi le barche tipo australiane o neozelandesi che vengono a fare visita ai loro antenati nordeuropei.
Di barche di questo tipo ne ho contate circa 350.
Materiali ? Barche di plastica: 320
Barche di metallo: 30
Cantieri: Beneteau, Moody, Dufour, Bavaria, Jeanneau, Westerly, ecc. : 250/260 barche, mi scusino i puristi ma non avevo più fogli per segmentare ulteriormente.
Cantieri scandinavi: una dozzina, Hallberg Rassy 4, Najad 4 (uno gigantesco tutto nero, bandiera norvegese occupava il posto di due barche), Sweden 3, Malo 2.
Rustler 3.
Il resto delle barche di plastica non le ho sapute riconoscere, probabilmente di cantieri locali poco distribuiti in Europa; diverse barche con pilot house belle alte, toh un Island Packet con bandiera inglese.
Ah, un Bavaria 50 (o giù di li') norvegese che partiva per il secondo giro del mondo, una coppia a bordo di un Beneteau di 14-15 metri australiano, non li chiamano first o oceanis ma beneteau.
Una di queste venuta dalla nuova zelanda http://www.maxingout.com/duetto_true_mariner.htm
Ovni alubat: 4, fra cui i nostri grandi amici Philip e Norma dall'Irlanda del Nord.
Barche di alluminio di cantiere (Garcia, Via, +Cigale e compagnia): 10
Le altre 15 barche di metallo perlopiù autocostruzioni. Spesso visibilmente autocostruzioni.
Non ho contato i catamarani perché non mi incuriosiscono più di tanto, ma a occhio direi un 20, 25, in genere grossi.
Devo dire che sono proporzioni che non mi stupiscono più di tanto, anche in Bretagna eravamo li' come ripartizione, parecchie derive mobili o barche di metallo in più ma sembra essere una specificità francese. Per il resto i cantieri a grande produzione fanno comunque la parte del leone.
Numeri. C'è di tutto in questi numeri. Ma devono essere falsi perché uno puo' girare il mondo solo dentro a un tank oppure in una barca LouisXVI.
Sia quel che sia, in queste cifre ci sono soprattutto tante persone, tutte ugualmente contente delle barche sulle quali navigano da mesi, di qualunque tipo esse siano.
Tout le reste est littérature ah ah ah
14 ott 2009
Le luci dei salvagenti
Il pilota vicecomandante di AF manda il mayday, poco prima del botto fa fare cose che a un novizio apparirebbero insensate: togliere la cintura di sicurezza, aprire le porte.
Invece cascati in mare, sono tutti riusciti a uscire in due secondi dall'aereo, che si è inabissato in meno di un minuto (testuale). Se fossero stati legati o se si fossero incastrate le lamiere delle porte sarebbero tutti sul fondo.
Mare molto mosso (stima onde 4m), i soccorsi non riescono a localizzarli. All'imbrunire i sei (hanno poi raccontato) hanno cominciato a pensare di dover fare la notte fuori a mollo perché pensavano che le ricerche sarebbero state sospese durante la notte.
E invece no, le ricerche hanno continuato, e appena buio alle 2030 circa sono stati localizzati e subito recuperati.
I piloti dell'elicottero e dell'aereo da ricerca hanno detto "è stato grazie alle luci dei giubbotti salvagente", anche se viste cosi' sembrano ridicolmente fioche, la quantità di luce/calore che emettono è sufficiente per renderli molto ben visibili nei visori notturni che hanno a disposizione, in particolare quando c'è mare brutto.
Al tempo stesso, "se si hanno dei fumogeni, non esitare ad utilizzarli anche di notte perché il calore che emettono li rende molto ben appariscenti nei visori"
Sorprendente, no?
2 ott 2009
Curry thai
Insomma con quello che si ha a disposizione o si trova al mercato.
La ricetta originale è fatta ovviamente con ingredienti freschi, solo che sono difficilissimi da trovare al di fuori dei supermercati orientali che non è che abbondino nei porti. Pero' ci si possono trovare anche gli stessi ingredienti secchi/disidratati che si possono portare in barca e durano anni, il risultato chiaro è un po' meno esaltante pero' accettabile ed è comunque una variazione carina del menu.
Ingredienti per 2/3 persone
Qualche cucchiaio di olio di semi
Pasta di curry verde (quella rossa è un po' meno piccante, il gusto è leggermente diverso quindi da provare). E' venduta in sacchetti o barattoli che durano un sacco anche dopo aperti.
Ne serve al minimo minimo mezzo cucchiaino (se proprio non piace il piccante), ma si puo' arrivare a un cucchiaio da minestra se picciono i gusti forti e non si ha paura di infiammarsi la bocca.
Citronella secca (in polvere o in scaglie), un cucchiaino raso da caffé se in polvere, un cucchiaio bello colmo se in scaglie.
Il succo di mezzo limone (meglio se di quelli verdi).Foglie secche di kaffir lime/combava, il nome scientifico è Citrus hystrix, dice wikipedia, sono molto carine e hanno questa forma strana sembrano doppie. Ce ne vuole una buona decina, metà delle quali devono essere messe in acqua per farle ammorbidire. Sono assolutamente necessarie, si trovano nei negozi orientali in sacchettini.
Qualche peperoncino rosso (fresco, sott'aceto o secco a seconda di cosa si ha sotto mano).
Nuoc mam, la salsina fatta strizzando le acciughe lasciate seccare al sole.
Scatola da mezzo litro di latte di cocco.
Poi ci vuole una base di carne/pesce/pollo: tipo due petti di pollo, un pesce bianco sfilettato, del vitello, ecc. Insomma qualsiasi cosa si abbia sotto le mani. Tagliarlo a cubetti di qualche centimetro.
Infine una verdura di accompagnamento che si possa cuocere: fagiolini verdi, asparagi, melanzane... insomma ancora una volta quello che si trova al mercato. Anche questa tutta tagliata a pezzetti di due tre centimetri.
Si scalda l'olio nel wok o in una padella, si aggiunge la pasta di curry e la si stempera per uno due minuti al massimo.
Si aggiunge il latte di cocco, la metà delle foglie di kaffir lime -quelle secche-, la citronella e il succo di limone.
Portare a ebollizione a fuoco medio.
Aggiungere i pezzetti di verdura e di pollo (o quello che è carne pesce ecc.), rimescolando.
Dopo un paio di minuti aggiungere l'altra metà delle foglie di kaffir lime (quelle a mollo) dopo averle sminuzzate il più finemente possibile. Volendo proprio essere perfezionisti si puo' rimuovere la nervatura centrale delle foglie prima di sminuzzarle.
Cuocere per cinque dieci minuti (è tutto molto rapido), aggiungere un paio di cucchiai di nuoc mam (è il sostituto del sale, quindi assaggiare un po' di latte di cocco per decidere quanto ce ne vuole).
Servire in delle ciotole, aggiungendo il peperoncino rosso.
1 ott 2009
Percebes
30 set 2009
Ah, gli amici
Pascal e Antonio filmano di sorpresa la caverna del troglodita
29 set 2009
Bolina
25 set 2009
24 set 2009
22 set 2009
Percorso fatto
Mi sorprende ancora come quattro persone che si conoscevano appena siano potute andare cosi' d'accordo e trovarsi cosi' bene assieme; fa venire in mente cosa succede ogni tanto con i forum internet, solo che per ora non abbiamo litigato.
Qualche giretto li' attorno, un tentativo andato male di passare il Capo Finisterre di bolina sottocosta. Sto facendo un tentativo di esamino più tecnico del perché, penso si possa spiegare come conflitto fra navigazione per "migliore VMG" e navigazione per "migliore feeling", pero' vorrei vederlo nei numeri.
Poi da solo Coruña - Camariñas e Camariñas - Portosin.
A Portosin arrivata Daphné con le bambine. Metto la cartina senza tracciati perché sarebbe un groviglio indescrivibile. Siamo passati in tutti i nomi scritti sulla carta in riva al mare più parecchi altri, più una ventina di ancoraggi fra pranzi e notti.
Siamo arrivati a Baiona (l'ultima cittadina a sud, dove era riapprodata la Pinta portando l'annuncio della scoperta del Nuovo Mondo), Daphné e Tea hanno preso l'aereo da Santiago di Compostella, io e Bora abbiamo continuato un po', entrando in Portogallo con tanto di ammaina- e alzabandiera di cortesia.
Poi ho riportato la borina a casa e ho continuato da solo.
Non sto a segnare i porti comunque mi sono fermato in tutti i porti portoghesi, fino a Lisbona pochi ancoraggi perché è praticamente impossibile, la costa è rettilinea e i porti sono essenzialmente foci di fiumi. Giusto un paio di volte dietro a una diga per aspettare che il vento calasse prima di lanciarmi in manovre d'ormeggio troppo avventurose.
Poi Lisbona-Sines, e Sines-Lagos (il primo porto dietro lo spigolo).
Dovrei dire "Lagos-on-sea", tutti inglesi, *tutti*, mai visto un posto con una presenza straniera (pacifica) cosi' predominante.
A parte la trimurti Lagos-Vilamoura-Portimão (tre marina dove sembra di essere ormeggiati in mezzo a un centro commerciale), finalmente di nuovo tanti ancoraggi in tutte le lagune che ci sono, Alvor, Olhão, Faro, ecc.
Si entra con a marea salente tanto per star sicuri (se si tocca basta aspettare e ci si disincaglia), solo che c'è molto poco fondo e tocca andare avanti piano piano, cercandosi il cammino.
Si arriva nella zona della piscina, si fa qualche girotondo per vedere un po' la natura del fondo e si ancora, posto veramente bello, anche se non si è proprio soli.
Poi di nuovo la frontiera, il rio Guadiana (un po' di foto e video nei messaggi precedenti), altro momento emozionante.
Tornati in Spagna si ricomincia con la storia della siesta, fra le due e le cinque di pomeriggio tutto si ferma. Arrivato fino alla baia di Cadice, poi tornato su di qualche miglio accanto a Sanlucar de Barrameda per lasciare il Branca in secco.
21 set 2009
A casa
Ho messo due ore prima di riuscire a lasciarlo per andare all'aeroporto, e mentre camminavo non mi sono potuto girare indietro, nodo in gola troppo grosso. Quattro mesi sopra.
Tornato a casa, ora comincia tutta l'organizzazione per la (meno temporanea) partenza dell'anno prossimo. All'ingrosso verso aprile tornero' li' per rimetterlo in acqua, poi lo porto a Siviglia che è sessanta miglia a monte del fiume, Daphne e le bambine dovrebbero arrivare a fine aprile inizio maggio, qualche giorno li' per riambientarle alla vita nel duplex galleggiante di tre metri quadri, poi si va.
Nei giorni prossimi qualche considerazione sul giro di questa estate.
15 set 2009
Scherzi del radar
Per esempio, un radar che mostra delle eco cosi'
nel senso la gran parte sono stabili e ben definite, su un orizzonte di scannerizzazione di solo qualche miglia, ci si chiede se si è entrati in un campo minato
Usciti fuori e guardando attorno, magari si trova questo
le immagini rendono male l'idea, ce n'erano dappertutto, una per ogni eco radar, basta pensare a una foresta di boe di pescatori, dappertutto.
Il problema è che spesso lo stesso tipo di eco viene generato dalla barchette dei pescatori, quindi filtrarle (cioè ridurre il guadagno) non migliora nulla dal pdv sicurezza.
14 set 2009
Passi nella storia
Palos (de la frontera), nessun commento;
Sanlucar de Barrameda, da dove Magellano e Juan Sebastian Elcano sono partiti (dopo la benedizione a Siviglia) e dove i 18 superstiti sono tornati dopo tre (?) anni;
Rota, dove ci sono lapidi su quanti marinai di Rota fossero partiti con Colombo;
Capo Trafalgar, dove forse si è deciso se in Europa nei due trecento anni successivi si dovesse parlare francese o inglese, Nelson che dice "L'Inghilterra si attende che ogni uomo faccia il proprio dovere", poi mette il segnale con le bandiere "Ingaggiatevi con il nemico più da vicino".
Da brividi.
9 set 2009
Le bateau ivre
Comme je descendais des Fleuves impassibles,
8 set 2009
Rio Guadiana
Sulla foce ci sono due paesini, Vila Real dal lato Portogallo e di fronte Ayamonte, in Spagna.
Risalendo il fiume si deve passare sotto un ponte che ha una quota di 20m, il Branca arriva a 18m punta del vhf quindi passa, fra l'altro si comincia a risalire a bassa marea cosi' si ha un paio di nodi di corrente favorevole. Vento proprio di fronte, quindi tutto a motore.
All'inizio il paesaggio è un po' cosi'
Non c'è una carta nautica del fiume, ho chiesto a un pilota e ha detto "basta stare nel mezzo". Ogni tanto pero' il canale non è evidente, la parte centrale è ben insabbiata lo scandaglio va 7 - 6 - 5.5 -*2.5*... vrooom marcia indietro e allora bisogna andare a cercare di raschiare una riva, dove si trovano diversi metri in più.
Dopo una ventina di miglia si arriva dove ci sono altri due villaggi prospicienti, Alcoutim e Sanlucar. Il fiume è pieno di barche all'ancora, alcune sono qui da chissà quanti anni. Le bandiere quasi tutte diverse: Austria, Svizzera, Germania, USA, UK, Olanda, Francia, Danimarca, Norvegia... bella Babele.
Trovo miracolosamente posto nel pontile, meglio cosi' chi aveva voglia di ritirar fuori il gommone. PS visto che ho rinfrescato il tessuto arancione fluo delle coperture laterali del pozzetto ? il vecchio era diventato tutto rosino, e con il pirulicchio multicolore attaccato al paterazzo faceva proprio barca da gay pride
Questo è Sanlucar, il paesino di fronte, spagnolo.
Per fortuna c'è un po' di venticello perché ci sono 33-35°C tutti i giorni.
Faccio un po' di conti, il Guadalquivir, il prossimo fiume, è circa a sessanta miglia da Vila Real, con il porto di Mazagon a metà strada, quindi diciamo due giorni per arrivare alla foce. Dalla foce del Guadalquivir, per risalirlo e arrivare con una marea sola fino a Siviglia ci vuole una marea, quindi è fattibile con una bassa marea la mattina --> si va al 15-16-17 settembre o giù di li', non prima. Bello perché cosi' posso restare un po' fermo nel Guadiana.
E tirar fuori i vecchi sogni demoniaci, progetti folli, tipo cambiare di barca:
metterci un grammofono e fare su e giù per il fiume sentendo Madama Butterfly. O un po' di house music.
Agrandir le plan
6 set 2009
Notturno a São Vicente
animalaccio.
Insomma fai e rifai i conti, per quanto presto possa partire di mattina il passaggio del capo sarebbe sempre più o meno nel pomeriggio. Hmmmm, no no no no.
Non è che ci sia tanto da pensare la soluzione è ovvia, partire fra le 2200 e mezzanotte e passare São Vicente all'alba.
Gulp. Bello un tubo. Notte in solitario con alla fine la ciliegina del Capo; ah ah ah.
Il pomeriggio cerco di dormire un po' ma figuriamoci.
Mi è venuto in mente il metodo Nicola di farsi il giro a piedi di tutte le banchine, faccio il giro a piedi di tutte le banchine.
I suoi amici dicono anche che rimugina suoni e parole incomprensibili allora ho rimuginato suoni e parole incomprensibili anch'io.
Chi è Nicola ? Il suo sito è questo
http://www.duchessaextra.it/
Ministi, gente che ha una rotella in meno in testa e un attributo in più fra le gambe, per le ministe non saprei come dire.
Oh devo dire che il metodo Nicola un po' funziona, il tempo passa, ci si avvicina un po' alla volta alle dieci di sera.
Ultimo bollettino: "N 5 a 6. Onda lunga da W 3-3.5m". Oh che novità, sembra che i bollettini li facciano con il ciclostile, ce ne fosse uno con una sola lettera diversa.
Preparo tutto quanto, accendo il motore per uscire. Dalla barca portoghese a fianco esce tutta la famiglia per fare ciao ciao, ieri sera mi hanno invitato a cena (puro baccalà) e siamo stati proprio bene.
Eh, vado. Esco, qualche girotondo nel porto per togliere parabordi e cimame vario, poi vado verso fuori. Oltre a essere un bel porticciolo da diporto, Sines è uno dei grossi porti commerciali portoghesi, metto il naso fuori e bummm navona che entra.
Rosso su rosso, ok. Un accidente, di colpo spegne il rosso e accende tutte le
altre luci di bordo. Ah, si è ancorata.
Poi qualche ora tutta in discesa, qualche incrocio ma con navi lontane.
Rollio, tanto rollio.
Metto l'allarme sul radar e sto un po' con gli occhi chiusi e la sveglietta accanto.
Bipbidibipbipbip. Falsa eco.
Bipbidibipbipbip. Falsa eco.
Bipbidibipbipbip. Falsa eco.
Bipbidibipbipbip. Vera eco.
Pescatore che arriva dal solito angolo impossibile, con una rotta spiraliforme.
Conversazione surreale alla radio:"Barca da pesca qui barca a vela, dovreste vedere il mio verde per circa 90°, sono circa a mezzo miglio"
"Barca a vela da barca da pesca, si a 90° vedo il vostro rosso"
Attorno non c'è nessun altro, uso la radio su 1W, di chi cavolo è il rosso.
"Che rotta fate?"
"Non ti preoccupare vado via"
E gira e si allontana davvero.
A mezzo cammino c'è il faro di Capo Sardão che porta a 25miglia, praticamente lo si vede subito e accompagna per 50 miglia, quasi tutta la costa. Faccio due conti sulla strada da fare, rallento un po' per essere sicuro di passare il capo con la luce. Pensa te rallentare un camion.
Perché poi passare il capo con la luce, non sarebbe meglio non vedere nulla di quel che c'è attorno? Alcune delle notti toste passate sulla barca di papà, la mattina quando la luce mostrava il mare che c'era si pensava cavolo era meglio di notte almeno non si vedevano le onde.
La barca continua tranquilla come un tamburo di lavatrice, onda lunga del
cavolo, si comincia a vedere il faro di Sao Vicente, comincia a schiarire un
po'.
Il momento della verità. 15 nodi di vento, il capo comincia a farsi sentire: 16, 18, 20, 22, 24 sembra la tabellina del due. 25 è dispari, per fortuna pero' si ferma li'.
Il tempo di passare attorno ai due capi ed è giorno.
Il vento cala quasi del tutto, arriva dal traverso, che andatura è il traverso ?
Giochicchio un po' col timone a vento, poi cala tutto e metto il motore. Il Capo mi ha fatto passare senza danni.
Lagos è solo a qualche miglia, giusto il tempo di fare un po' di toilette personale.
Mi asciugo con le pentole e faccio il té con l'asciugamano, è andata bene cosi'.
5 set 2009
VID - Cabo Santa Maria
PS Il videino notturno del messaggio sotto è stato fatto dall'ancoraggio, guardando verso il largo.
3 set 2009
VID - Quiz
(comprare una nuova telecamerina, lo so lo so)
2 set 2009
Un giro fatto
Macché tanto poi mi prende il ballo di San Vito e scappo dopo neanche un giorno.
Da Lisbona a qui qualche bel momento, ogni tanto un po' d'adrenalina, sempre moglie e figlie che mancano.
A+
31 ago 2009
30 ago 2009
Riflettori radar
Visto su una barca americana. Tutto il resto della barca era più o meno sullo stesso stile.
29 ago 2009
Lisbona
Senza dubbio uno dei momenti più emozionanti di questo giro, sotto al ponte veniva voglia di passarci e ripassarci avanti e indietro.
Poi sono entrato in un porto proprio a due passi dalla città, sotto al ponte. (Quando sono partito c'era talmente tanta polvere sopra alla barca che persino io me ne sono accorto)
L'Alfama, Madredeus con lei tutta blu nel fumo, l'odore delle sardine alla griglia quasi scomparso perché le nuove norme d'igiene bla bla bla bla.
Se non fosse stato per Pigafetta magari nessuno avrebbe saputo di Magellano. Se non fosse stato per Colombo nessuno avrebbe saputo dell'America ah ah ah.
La riabilitazione delle zone industriali abbandonate del porto tiene spesso in considerazione la storia delle stesse, facendo di tutto per lasciarle accessibili ai lavoratori, agli scaricatori, ai marinai..
23 ago 2009
Cabo da Roca
Passato ieri, dieci minuti dopo il filmino facevo molto meno il galletto il vento è passato in qualche minuto da 25 a 35-37 nodi stabili con raffichine a 40, pero' come sempre il Branca ha preso gentilmente cura dell'equipaggio. Arrivato a Cascais, c'ero stato una volta via terra e proprio il genere Antibes-St Trop non fa per me, mi sa che vado via presto presto.
21 ago 2009
20 ago 2009
San Furuno
Uscito da Nazaré tutto pimpante con il sole, a metà strada un nebbione di quelli tosti, vedevo si' la prua della barca ma insomma mica tanto più in là.
La nebbia induce a "emozioni raccolte in tranquillità".
Vaff.. ai gabbiani che si posano tutti li' davanti e sembra di andare a sbattere contro un muro fin quando non volano via.
Vaff.. al cosiddetto "professionista" il guidatore della barca che porta la gente alle isole Berlenga, passato a quindici nodi a venti metri di distanza facendo pure un gran svoltone perché non mi aveva visto al radar. Penso non lo stesse usando perché il Branca ha un'eco radar simile a quella di una piccola navozza. Accidenti accidenti a lui. Accidenti gli venisse un colpo, magari prima di uscire dal porto. O che si guardi almeno una volta le regole.
Invece grazie ancora a papà per la trombetta in ottone, tiene comunque compagnia anche se a parte il nautofono di Peniche non ho sentito nessun altro segnale acustico.
E grazie a San Furuno, naturalmente, andiamo sempre più d'accordo lo capisco ogni volta di più.
PS A chi comincia a usare il radar, due calorosi consigli prendersi un libretto che spieghi come funziona/come usarlo, e fare pratica col bel tempo. Ah un terzo consiglio fare pratica con il bel tempo.
Poi mentre stavo ancorando nella baietta a lato dell'entrata di Peniche, porto peschereccio con un traffico da pazzi, da pazzi anche cercare di entrarci, hop la nebbia è scomparsa, gran sole, perfetto dopo la gran sudata fatta.
18 ago 2009
Il delfino di Sada
Siamo stati un paio di giorni in un marina a Sada, qualche miglia a est della Coruña, dove c'è un delfino residente, Gaspar, dicono che viene ogni estate e si diverte a dare il benvenuto e (ogni tanto) a rompere le scatole a tutte le barche
La povera barchetta voleva andare dritta, lui l'ha presa e ci si è divertito un po'..
17 ago 2009
Figueira da Foz
Davanti ad Aveiro c'è una zona di ancoraggio per navi, di colpo sono venute fuori cinque sei eco giganti, visto che non si muovevano ci sono passato in mezzo e oh sorpresa sorpresa il radar ha cominciato a mostrare una bella eco prima semicircolare, poi circolare, tutt'attorno, non si distingueva più nulla, proprio il genere di cosetta che diverte mentre uno passa in mezzo alle navi senza vederle; comunque, sembra che sia dovuto ai lobi laterali, ora ho in programma la lobotomizzazione del radar.
Haute couture
Il salame si è ripreso benissimo e non sono quasi rimaste tracce della ferita.
Neanche del salame a pensarci bene.
16 ago 2009
Timone a vento
15 ago 2009
ENG - The ultimate weapon against lobster pots
Sailing mostly singlehanded and not fancying a forced swim in 15°C waters (well that's *very* cold for me), I devised this kind of thing to get rid as soon as possible of tangled lobster pots.
I used a 2m aluminum pole where I previously fitted a hook, the hook is still there but as certainty grows to be totally unable to catch a single fish I will probably remove it.
I bought two 30cm bread knives with plastic handles, cut away the two handles and fitted the blades as shown in the picture.
Fortunately the blades already had holes (which were hidden by the plastic handle), I tried to drill the steel but it was absolutely impossible (at least with a hand drill on a wooden pontoon): a few bolts, a couple of strips of stainless steel to reinforce the whole thing, a bit of duct tape to give more stiffness to the blade parallel to the pole, and here it is;
I tried it on a piece of rope about 25mm 1" thick and it sliced it in two almost without any need of twisting the tool, just grabbing it inside the two blades and pulling the pole a little bit.
Povoa de Varzim
Avrei voglia di stare sempre qui, è forse uno dei segni che si sta bene, il chiedersi "perché non restare qui"; poi comunque si continua.
Volevo andare via oggi ma la sirena del porto ha cominciato a suonare alle quattro di mattina quindi sono restato a dormire. La sirena suona quando c'è tempesta o quando c'è nebbia, al risveglio vedevo appena le barche nel pontile di fronte.
E' una costa un po' del cavolo, da fuori assomiglia al tratto tra Riccione e Ravenna, tutto piattissimo non ci sono neanche gli ombrelloni a colorare un po' le cose, molto spesso c'è il nebbione, se non c'è nebbia ci pensano le termiche del pomeriggio a movimentare tutto: con la temperatura dell'acqua vicina ai 15-17 gradi (se non c'è upwelling più forte, altrimenti arriva a 12 gradi) e quella della terra vicina ai 30-35 gradi, la brezza non scherza per niente, a mezzogiorno accendono i ventilatori e in un quarto d'ora il vento va a sette, otto, dieci, dodici, nove, tredici, sedici, quindici, diciassette, venti, ventidue, venticinque nodi quasi sempre, spesso ventisette, trentuno, ventinove, trentaquattro, trentacinque, guarda caso proprio per movimentare le cose e pompare adrenalina mentre uno sta entrando in porto.
Alcuni azulejos di Povoa: le raccoglitrici di alghe, la tragedia di febbraio, la barca-segnale che indica il passaggio della barra d'entrata.
12 ago 2009
Ensenada de San Simon
(Videino fatto dal gommone)
Su google earth è qui
Agrandir le plan
11 ago 2009
Maledetto Proust
Intanto sono a Povoa do Varzim, un posto molto piacevole ma ancora una volta ne avro' nostalgia una volta passato, so che è bello ma il presente impedisce di viverlo, in una certa misura. Prospettiva di un'ennesima nostalgia. Sempre in bilico fra passato e futuro, in un presente inavvicinabile, fuggente.
Salvo in rarissime occasioni.
Una mattina all'alba, all'ancora davanti alla spiaggia bianca di un'isola parco nazionale (Cies), foresta di eucalipti e pini, gabbiani che volano in tondo ritornando di continuo sulle loro tracce aeree, la barca che rolla un po', sotto dormono ancora tutti. Un raro momento di presenza nel presente, per una volta sono passato e futuro ad essere scomparsi.
Due minuti di immagini tutte identiche alla prima.
Accidenti a Proust e a chi l'ha inventato.
Questo invece è un videino del posto
10 ago 2009
Passerella all'opera
Parlando di passerella, si ormeggia con una cima che corre lungo il fondo del porto, sono entrato di poppa perché cosi' potevo mettere le due cime di ormeggio al pontile, ma segretamente perché cosi' potevo provare la passerella risultato del faidate primaverile.
Funziona! Non scricchiola, ci sono saltato sopra un bel po' e sembra tenere.
Devo perfezionare un po' l'attacco dal lato barca (penso di approfittare del blocco del timone a vento), poi non sono ancora convinto se usare le due cime di sostegno legate al catafalco (cosa che permette di non dover controventare lateralmente la passerella) come si vede nelle foto, oppure una sola cima che viene da testa d'albero e si divide in due: c'è il vantaggio dell'elasticità, si puo' lasciare la passerella sospesa lato banchina e quando ci si passa lei si abbassa e tocca il molo, cosa che invece non succede con le due cime al catafalco perché sono troppo corte/inelastiche.